Centrodestra, prove tecniche di primarie in Sicilia. Ma Berlusconi le boccia
Prove tecniche di elezioni primarie del centrodestra in Sicilia. Ma Berlusconi le boccia. «Le primarie non mi piacciono». Così avrebbe detto il Cav nel vertice di Forza Italia che s’è tenuto oggi a Palazzo Grazioli. L’idea è di Gianfranco Micciché per rilanciare le sorti del centrodestra nell’isola in vista delle elezioni regionali del prossimo ottobre. La contrarietà di Berlusconi alle primarie è nota. Per il Cav si tratta di uno strumento poco affidabile, finto, non in grado di esprimere il miglior candidato tra quelli in gara. Meglio, dunque, secondo Berlusconi gli accordi tra le forze politiche del centrodestra per individuare i candidati sindaci, come sempre è accaduto, a meno che non vengano regolate con una legge ad hoc.
Però, questa volta, potrebbe andare diversamente. E il no di Berlusconi potrebbe non essere definitivo. C’è infatti chi fa notare che Micciché è un fedelissimo dell’ex premier e pochi credono alla voce che l’attuale commissario regionale di FI nell’isola abbia agito senza l’ok di Arcore. Il dirigente azzurro potrebbe insomma aver gettato un sasso nello stagno. Stefania Prestigiacomo, dal canto suo, avrebbe provato a spiegare le ragioni delle primarie nell’isola.
Primarie, fronte caldo nel centrodestra
Nel primo pomeriggio era comunque circolata l’indiscrezione di un via libera ufficiale di Berlusconi alle consultazioni aperte in Sicilia, smentita quasi in tempo reale dalla segreteria del leader di FI: «Qualsiasi dichiarazione o affermazione attribuita al presidente in merito alle elezioni siciliane è destituita di ogni fondamento».
Quello delle primarie rimane un tema caldo all’interno del centrodestra e uno dei motivi della sua attuale divisione. Le parole di Berlusconi sarebbero state dunque lette anche come un messaggio a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, determinati ad indire primarie di coalizione a livello nazionale per la scelta del leader e del programma comune.