Dopo la vittoria della destra la Polonia cambia. Prima mossa: stop ai migranti

2 Nov 2015 9:11 - di Fulvio Carro

Gli elettori non vanno traditi, gli impegni presi vanno rispettati. La destra del Pis, che ha ottenuto 235 seggi alle ultime elezioni, è stata chiamata a governare da sola, a scegliere, ad agire. Il responso ha dato un verdetto chiaro, cancellando la sinistra dal Parlamento. Ecco allora che nella nuova Polonia di Kaczynski, si inizia subito a lavorare per la stretta sui profughi, con un’inversione di rotta rispetto all’uscente Ewa Kopacz, avrebbe invece accolto 5000 profughi a partire dal 2016.

La Polonia volta pagina, c’è anche il bonus per i secondi figli

Il nuovo governo della Polonia ha il tempo di cambiare le carte in tavola da subito. Il partito di Kaczynski  ha adesso la possibilità di realizzare le diverse idee dell’elettorato di destra. Le prime mosse sono l’abbassamento dell’età pensionabile, un bonus di 125 euro al mese fino al compimento dei 18 anni per i “secondi figli” e medicine gratuite per i pensionati. In più – e questo è l’impegno principale – un’azione decisa contro l’invasione dei rifugiati.

L’opposizione a pezzi, la sinistra scompare

Piattaforma civica (Po) invece, che lascia la guida del paese dopo otto anni per diventare la prima forza di opposizione, dovrà affrontare la questione della leadership. Secondo Gazeta Wyborcza, non si esclude che Ewa Kopacz, che prima delle elezioni si era dichiarata pronta ad assumersi personalmente la responsabilità di un eventuale fallimento, agevolerà rapidamente il cambio al vertice. Per l’ex presidente Aleksander Kwasniewski la sconfitta di Po è in parte dovuta alla decisione inspiegabile di non impegnarsi con tutte le forze per sostenere Bronislaw Komorowski, che nella scorsa primavera si è ripresentato per la carica di presidente. «Questa sconfitta la pagheremo a lungo», ha scritto Kwasniewski. Secondo altre analisi il partito sta per pagare anche alcune delle riforme realizzate, compresa quella recente sul regolamento della fecondazione in vitro, che fu duramente criticata dalla chiesa. L’episcopato polacco, pur avendo dichiarato di non voler influire sul voto, non ha nascosto la simpatia per Pis, visto come l’unica forza disponibile a «difendere la vita dalla nascita fino alla morte naturale».

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