“Siamo già troppi”. Gli africani di Milano firmano contro i nuovi arrivi

6 Ott 2015 14:41 - di Carlo Marini

Anche la comunità eritrea ed etiope di Milano ha aderito al “Comitato di liberazione di Porta Venezia” promosso da abitanti e commercianti del quartiere milanese, tra corso Buenos Aires, i giardini Montanelli e la stazione Centrale, una delle zone dove più alta è la presenza di immigrati in attesa di una sistemazione. Lo rende noto il portavoce, Luca Longo. «Il nostro quartiere si è trasformato in un centro d’accoglienza a cielo aperto creando grande disagi ai commercianti che ancora resistono – spiega Longo – ma peggio dei cittadini stanno proprio i profughi abbandonati a loro stessi, che stazionano e bivaccano, senza una vera ragione o prospettiva». Una situazione, secondo Longo, intollerabile soprattutto per quanto riguarda i minori. «Ci sono bambini che sono possibili prede della prostituzione minorile o del traffico di organi perché non si fanno le identificazioni», afferma. Contro tutto questo si cominciano a mobilitare, spiega Longo, anche le comunità di immigrati che da anni vivono e lavorano in città. «Vogliono collaborare con gli altri cittadini residenti e commercianti di Porta Venezia e, tutti uniti, ridare al Quadrilatero del Lazzaretto quella dignità, sicurezza e qualità della vita che da troppo tempo sono scomparsi».

A Milano nasce il “Comitato di Liberazione” (dai migranti) di Porta Venezia

La situazione di Porta Venezia, è già stata denunciata più volte da abitanti e comitati. Nella zona, sia per la vicinanza alla stazione, sia perché giardini e Bastioni, offrono ricoveri di fortuna, da tempo la presenza di profughi e migranti è molto alta. Secondo i negozianti e ristoratori «la clientela è diminuita del 70 per cento». Il comitato si è costituito il 21 settembre e vanta già numerose adesioni. «Porta Venezia da troppo tempo vive e subisce una situazione di insicurezza, degrado e disagio economico e sociale non più tollerabile – hanno scritto in una lettera al prefetto i portavoce Luca Longo, Giovanni Cafaro, Nicoletta Regogliosi, Paolo Ippolito Uguccioni – Come Lei ben sa, sono oltre due anni che le Vie del Quadrilatero Lazzaretto sono ciclicamente assediate da profughi eritrei-etiopi che, nelle ore diurne bivaccano sui marciapiedi, dove svolgono anche le loro funzioni fisiologiche». E i cittadini residenti «non ne possono più di dover scavalcare e litigare con i presunti i “profughi” – continuano – Come era prevedibile, la mancanza di controllo dell’area, ha portato ad un incremento di reati».

 

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