Cantone “assolve” il governo: l’aumento del contante non è pro-evasione

19 Ott 2015 14:33 - di Francesca De Ambra

«L’aumento o la diminuzione dei limiti del contante non ha nessun effetto sulla lotta all’evasione fiscale». Parola del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone. Una presa di posizione che probabilmente deluderà molti nella minoranza del Pd che non si aspettavano dall’ex-magistrato una sostanziale assoluzione della decisione del premier Renzi di aumentare da 100 a 300 euro l’impiego del denaro contante nelle transazioni.

Non arriva il soccorso dell’Anticorruzione alla minoranza del Pd

Ma il governo non è passato indenne dalla precisa disamina di Cantone. «Ciò che secondo me è fondamentale è la stabilità normativa – ha infatti spiegato il numero uno dell’Anticorruzione – e non cambiare continuamente le regole. Non credo affatto che l’aumento a 3000 euro favorisca la corruzione – ha continuato – credo invece che sia sbagliata l’idea di cambiare continuamente le regole, con i messaggi che dal punto di vista simbolico, queste regole, portano».

Cantone avverte: «Ma il legislatore non può cambiare sempre opinione»

Il messaggio consegnato da Cantone è molto semplice: l’aumento di 3000 euro in sé non ha nessun effetto a favore dell’evasione fiscale ma «è il segnale di un legislatore che cambia spesso opinione e questo non fa bene alla lotta all’evasione fiscale». Difficile non condividere queste parole. Lo Stato che fissa una regola per poi modificarla dopo un breve lasso di tempo tempo lascia credere che o ha sbagliato prima o ha sbagliato dopo. Ma quel che il magistrato soprattutto contesta è che una questione rilevante e impegnativa come l’azione di contrasto all’evasione fiscale possa essere affrontata «con parole slogan». Un’abitudine che «non ha mai fatto bene». Impone un’ulteriore riflessione la conclusione cui Cantone perviene: «Ha davvero senso – chiede il magistrato – provare a mettere un limite ai contanti quando superato il confine c’è una diversa libertà? Ha senso se nella comunità europea ci sono paradisi fiscali? E non parliamo di isole del Pacifico, ma di Europa». Già, ha un senso?

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