Papà “vecchio stampo”: il figlio rompe un corrimano, lui glielo fa riparare
Il figlio rompe un corrimano: il padre glielo fa riparare. Un episodio all’apparenza insignificante che invece dice molto della deriva comportamentale di tanti giovani e della relativa indifferenza genitoriale. Stavolta, infatti, di fronte a un gesto vandalico quanto gratuito un padre – verrebbe da dire “d’altri tempi” – ha deciso di non voltare lo sguardo e porgere semplicemente l’altra guancia.
Il figlio rompe il corrimano: il padre impone la riparazione
La vicenda si riassume in poche parole, è il suo significato che invece implica molto di più. Il figlio quattordicenne aveva divelto il corrimano di una staccionata del percorso verde alla periferia di Perugia: così, senza un perché, senza una giustificazione anche solo apparente, e il padre gli ha imposto di riparare, di domenica, quello che aveva rotto. Non contento, poi, il genitore – sicuramente deluso quanto sgomento di fronte alla gratuità dell’atto vandalico – ha pensato anche di inviare una mail alla questura per esprimere i propri sentimenti, sottolineando che quanto successo era assolutamente in controtendenza con gli insegnamenti educativi che aveva voluto trasmettere al figlio. Erano stati infatti gli agenti a informarlo del danneggiamento e a riaffidargli il figlio che aveva accompagnato al cinema con un amico.
Educazione “vecchio stampo”
Un gesto per l’uomo «insopportabile», simbolo di un vuoto interiore e di un indifferenza sociale da guardare in faccia e affrontare concretamente. Così, per risarcire il danno, il volenteroso papà ha subito preso contatto – riferisce la Questura – con la direzione del centro commerciale dove si trova la staccionata; quindi, una domenica ha condotto il figlio sul posto e con il materiale necessario, sega, viti e trapano, gli ha imposto, sotto la sua supervisione, di riparare il corrimano. Non solo: l’uomo ha pensato bene di aggiungere alla punizione “costruttiva”qualcosa in più: e così,l’augusto papà ha chiesto al figlio di provvedere anche a sostituire le assi di legno ormai rese inutilizzabili dal tempo e di ovviare ad altri danneggiamenti vicini, compiuti da chissà chi. Dimostrando che, se davvero è finita in soffitta da troppo tempo ormai l’educazione “vecchio stampo”, quella di cui sembra essere stato buttato il prototipo. Che se davvero ci si è ormai emancipati dall’insegnamento che sanziona l’atteggiamento sbagliato, e che fa toccare con mano l’errore imponendo la sua correzione. Che se una tradizione è stata dimenticata e archiaviata sotto coltri di pedagogismo d’accatto e di manierismo comportamentale, non vuol dire che non si possa più fare niente: basta volere rispolverare dalle teche impolverate della memoria un pizzico di piglio decisionale, di interventismo genitoriale e, perché no?, quando serve, anche la cassetta degli attrezzi…