Mondiali di nuoto, Ruffini dal podio: “Aurora, mi vuoi sposare?”

1 Ago 2015 16:07 - di Redazione

Amore e sport, un connubio vincente. «Aurora, mi vuoi sposare?». Appena conquistato l’oro nella 25km di fondo, dal podio di Kazan, un Simone Ruffini raggiante ha mostrato in mondovisione un cartello scritto a mano in stampatello per chiedere la mano della fidanzata e collega di nazionale, Aurora Ponselè. Colta di sorpresa ed emozionantissima la giovane atleta, 23 anni di Fano, ha fatto sì con la testa e ha fatto il gesto del cuore con le mani. Poi è corsa sotto al palco ad abbracciare Ruffini, che l’ha stretta e baciata più volte. La risposta è sì, naturalmente, ma dopo le Olimpiadi di Rio.

Doppio trofeo per Ruffini

Cuore e fiato. Cinque ore di bracciate sul fiume Kazanka, per Ruffini, che brucia di 4″4 il quotatissimo americano Alex Meyer e di 1’27″3 il compagno Matteo Furlan. Poi, giusto il tempo di riprendere fiato, e il nuovo astro del fondo sfodera la promessa di amore eterno (ricambiato) alla collega fondista. Doppio trofeo in un giorno per il campione del mondo di nuoto alla prima medaglia iridata della carriera. Un trofeo suggellato davanti alle telecamere di tutto il mondo e destinato a lasciare il segno non solo nella storia del nuoto mondiale.

Un’impresa da podio

«Ho sempre creduto al podio», ha detto  Ruffini, che gareggia per l’Esercito e si allena all’Aniene Roma. «Alla vittoria non pensavo fino agli ultimi 1500 metri quando ho visto Meyer in seria difficoltà. Ai 1000 metri mi ha lasciato passare e si è incollato ai piedi. Ho avuto un po’ paura che rientrasse e sfruttasse la mia scia, ma poi sono riuscito a staccarmi», aggiunge ancora il nuotatore seguito dal tecnico federale Emanuele Sacchi, qualificato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro con il settimo posto nella 10 chilometri. «Ancora non mi rendo conto di aver conquistato il titolo mondiale. Sono molto contento e desidero dedicare questa medaglia a tantissime persone, ma soprattutto alla mia fidanzata Aurora Ponselè. L’ho vista e già piangeva. Che felicità!».

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