Giornata mondiale della Tigre: Sos per la salvaguardia del più grande predatore al mondo

29 Lug 2014 17:17 - di Redazione

Un ruggito sempre più flebile. Tenue. Di quello che è il più imponente dei cosiddetti «grandi felini», il predatore Alfa per antonomasia, all’apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, uomo a parte, si celebra oggi la giornata mondiale. Giornata per l’appunto di sostegno alla tigre, ma senza sapere quanti esemplari, sempre più vittime del bracconaggio, siano ancora presenti in natura. Già, perché, al netto di documentari e di National Geografic nonché di visite a quel po’ che rimane in giro tra Zoo e Circhi, da parecchio tempo siamo in assenza di dati sulle popolazioni di questo felino che ancora vivono in Malesia, Indonesia, Thailandia, Myanmar, Laos, Cambogia e Vietnam. Ciò che è certo è che negli ultimi 100 anni la popolazione di tigri selvatiche è diminuita del 97%, e potrebbe sparire del tutto nel prossimo decennio se non si inverte velocemente la tendenza. Al «Summit Tiger» del 2010, quando i paesi interessanti dalla presenza della tigre si sono impegnati per raddoppiare il numero delle tigri selvatiche entro il 2022, la popolazione mondiale è stata stimata in un minimo di 3.200 esemplari. Tuttavia, spiegano i responsabili dell’iniziativa «Tiger Alive» del Wwf, «questa cifra era solo una stima. Molti paesi non avevano intrapreso sistematiche indagini nazionali sulla tigre. Ora molti lo hanno fatto o lo stanno facendo, ma non tutti». In sostanza, f ino a quando non sapremo quante tigri esistono e dove sono non potremo certo approntare il modo migliore per proteggerle. Una protezione che,  in primo luogo, deve limitare, se non sconfiggere del tutto il bracconaggio. Secondo le statistiche del Network Traffic, la rete di Wwf e Iucn che monitora il commercio della fauna selvatica, sono state infatti uccise almeno 1.590 tigri tra gennaio 2000 e aprile 2014, pari a una media di due animali a settimana. Anche se i dati reali potrebbero però essere significativamente più alti. Perché il mercato illegale sfugge ai controlli.

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