La Fondazione An si mobilita per i marò. Mugnai: «Ci sono valori rispetto ai quali tutto passa in secondo piano»

18 Feb 2014 20:44 - di Antonella Ambrosioni

«Ci sono valori rispetto ai quali tutto passa in secondo piano: già sarebbe sufficiente il destino personale di due soldati d’Italia a giustificare la mobilitazioni di tutte le nostre forze per tenere alta l’attenzione sulla vicenda dei nostri marò. Ma ora c’è di più: è in discussione la dignità del nostro Paese». La Fondazione Alleanza nazionale, che questi valori li ha cuciti nel Dna, scende in prima linea nella persona del suo presidente, Franco Mugnai, e ancora una volta non si tira indietro quando c’è da attivarsi per sensibilizzare e informare su una vicenda che riguarda il valore dei nostri militari e «il senso profondo del nostro essere Nazione: una certa idea d’Italia che fa parte della mission culturale della Fondazione stessa e della comunità umana e politica che essa rappresenta», precisa Franco Mugnai.

Presidente, l’ennesimo rinvio della Corte Suprema indiana sul caso marò suona offensivo nei confronti dell’Italia, un momento indecoroso segnato da levate di scudi tardive da parte del ministro Bonino, a due anni dal calvario di Latorre e Girone. Motivo di più per fare qualcosa?

Certo, un motivo in più per procedere con una volata di iniziative che, come abbiamo fatto con il tema delle Foibe, culminerà con la pubblicazione di un manifesto per tenere desta, anche visivamente, l’attenzione sulla vicenda marò, che per noi è da sempre una priorità nazionale.

Come definisce la gestione dell’intera vicenda?

Caotica e imbelle. Vorrei ricordare che nel febbraio di due anni fa, all’inizio del dramma dei nostri due fucilieri di marina, la Fondazione An si mise subito a disposizione del governo: ci offrimmo, qualora l’esecutivo non lo avesse fatto, di pagare la cauzione per Latorre e Girone. Nel corso di questi anni abbiamo poi assistito all’incapacità di difendere la dignità del nostro Paese: troppo tardi si è cercato di porre la questione al centro dell’interesse internazionale. Strumenti di pressione da perseguire ci sarebbero stati, eppure… Vedere oggi degli appartenenti alle forze armate italiane rischiare di essere sottoposti a una normativa scritta per i terroristi è qualcosa di inaccettabile per dei militari come i nostri, che sono stati inviati lì per combattere la pirateria, per la sicurezza dei mari, con grandi benefici per l’India stessa.

Quale contributo vuole dare ora la Fondazione An?

Un’ opera di informazione costante, ad alta voce, continuare a parlarne, a raccontare, a dare notizie, in collaborazione con il Secolo d’Italia, con approfondimenti quotidiani e iniziative che metteremo a punto giorno per giorno in relazione all’evolversi della vicenda.

Per esempio?

Per esempio sarebbe utile far conoscere, soprattutto ai giovani, la storia gloriosa dei fucilieri di Marina del San Marco, reparto ufficializzato nel 1919, distintosi in ogni circostanza in operazioni di guardia e di protezione, dai conflitti mondiali a quelli coloniali fino agli attuali teatri di guerra. L’Italia attraverso gli uomini del San Marco ha messo a disposizione le proprie risorse da sempre, ma soprattutto negli ultimi anni: con il perpetrarsi di numerosi atti di pirateria nei confronti di unità mercantili in transito nelle acque dell’Oceano indiano, è stato richiesto l’intervento dello Stato italiano per la protezione delle unità mercantili. L’India ne ha beneficiato.

Una presenza cruciale quella dei nostri fanti di Marina, ma di cui si sa poco: evidenziare la loro funzione  nei mari è un altro obiettivo della Fondazione?

Cosa conoscono molti italiani della lotta alla pirateria, piaga sempre più diffusa? Ecco, noi metteremo a disposizione documenti, protocolli d’intesa tra il ministero della Difesa e altri Stati, Rapporti ufficiali, che del resto sono reperibili su internet. Pochi conoscono la quantità e la qualità delle operazioni in cui si richiede l’operato dei nostri fanti di Marina. Nel 2012 è stato soddisfatto l’80% delle richieste di scorta avanzate. Nel corso delle 125 missioni assolte, i nostri uomini hanno prevenuto numerosi tentativi di sequestro, fornendo un contributo notevole per la sicurezza e la serenità del commercio internazionale. Per il contrasto alla piaga della pirateria la nostra Marina ha assunto un ruolo leader in campo internazionale. Un’eccellenza che fa parte della vita e dell’orgoglio nazionale. Faremo di tutto per tenere alta l’attenzione sui nostri ragazzi. Fino a che non li riavremo a casa.

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