Le gemelline svizzere in mano ai rom? Blitz in un campo nomadi in Sardegna ma delle bimbe nessuna traccia
Approdano in Sardegna le indagini sulla scomparsa delle gemelline svizzere Alessia e Livia Schepp, di cui non si hanno più notizie dal 2011, da quando il loro papà Matthias Schepp le ha portate via per poi gettarsi sotto un treno, nel Foggiano. Secondo quanto riporta oggi L’Unione Sarda, la Direzione distrettuale antimafia di Cagliari ha aperto un fascicolo e ha ordinato un blitz in un campo nomadi al confine tra Oristano e Nuoro alla ricerca delle due sorelline. Le perquisizioni non hanno dato le risposte sperate, nessuna traccia delle due bambine. Ma le indagini proseguono.
A mettere in moto la Dda, che ha poi affidato il fascicolo al sostituto procuratore Alessandro Pili, è stata la segnalazione dettagliata ricevuta da un avvocato cagliaritano alcune settimane fa. Il legale avrebbe riferito al magistrato quanto gli era stato raccontato da un suo assistito – di cui non ha rivelato il nome – che avrebbe sentito in carcere parlare un gruppo di nomadi. Secondo le rivelazioni sentite dal detenuto, a giugno le gemelline si trovavano in mano a una famiglia nomade, in un campo rom tra le province di Oristano e Nuoro. Ricevuta la segnalazione è stata aperta l’inchiesta al momento senza ipotesi di reato e i successivi accertamenti. I carabinieri dei reparti speciali dopo settimane di appostamenti, ieri mattina hanno fatto scattare il blitz che non ha però dato i risultati sperati. Le tracce di Alessia e Livia si erano perse in Corsica, due anni e mezzo fa, dove erano arrivate assieme al padre, due giorni prima che lui si suicidasse. La madre, Irina Lucidi, ricevette un biglietto sul quale Matthias Schepp aveva scritto: “Le bambine riposano in pace, non hanno sofferto. Non le rivedrai mai più”. La donna lo scorso gennaio aveva raccontato al Corriere che per lei le sue figlie sono ancora vive e aveva spiegato che ora collabora con una Fondazione che in Svizzera si occupa di bambini scomparsi.