Il commissario Ue Olli Rehn critica l’abolizione dell’Imu. La reazione del Pdl: era una tassa sbagliata, tacciano i burocrati di Bruxelles

17 Set 2013 14:54 - di Redazione

Al commissario Ue per gli Affari economici Olli Rehn non è piaciuta l’abolizione dell’Imu, osservazione accompagnata da una velata minaccia all’Italia: siete fuori  dalla procedura di deficit eccessivo ma un nuovo sforamento obbligherà Bruxelles a ritornare sui suoi passi. Secondo Rehn il provvedimento preso dall’Italia con l’abolizione dell’Imu ”ha suscitato e suscita preoccupazioni, rispetto allo spostamento degli oneri fiscali dai fattori produttivi verso altri cespiti” pertanto ”sarà nostro dovere verificare la service tax”.

Parole – pronunciate durante un intervento alla commissione Bilancio della Camera – che sono risultate sgradite in particolare al Pdl e che ricordano a tutti gli italiani che il nostro paese, nonostante i sacrifici fatti, è ancora sotto sorveglianza. Il primo a replicare alle parole di Rehn è stato Maurizio Gasparri: ”Olli Rehn è preoccupato per l’abolizione dell’Imu in Italia? Noi siamo preoccupati che uno come lui abbia voce in capitolo in Europa”. Per Gasparri “è ora di finirla con i caporali di giornata come questo Olli Rehn, un signor nessuno che viene in Italia a fare il supervisore. Rifletta piuttosto sui disastri che gente come lui ha causato distruggendo l’Europa. Burocrati ottusi che uccidono i popoli e fanno morire il Continente sotto la concorrenza sleale cinese e a causa di politiche economiche fallimentari”. Maurizio Gasparri rincara poi la dose contro il vicepresidente della Commissione europea che definisce ”persona sgradita”. ”Prenda l’aereo e torni a casa e paghi tutte le tasse che vuole. In Italia sulla prima casa l’Imu non c’è più e non sarà questo figuro a rimetterla”.

Entra nel merito economico dei rilievi di Rehn Daniele Capezzone, presidente Pdl della commissione Finanze della Camera: “Se l’abolizione dell’Imu sulla prima casa è contraria alla raccomandazione del Consiglio europeo di ‘spostare la pressione fiscale dai fattori di produzione verso il patrimonio e il consumo’, come ha sostenuto oggi il commissario europeo Olli Rehn davanti alla Commissione Bilancio della Camera, allora non si può che concludere che anche l’introduzione dell’Imu da parte del Governo Monti fu contraria a quella medesima raccomandazione, visto che all’aumento della tassazione sugli immobili a fine 2011 non corrispose alcuna riduzione sul lavoro e sulle imprese”.

Alle preoccupazioni espresse da Rehn ha risposto anche il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che, nell’incontrare il suo omologo europeo, ha confermato che nella nota di aggiornamento al Def e nella legge di stabilità 2014 ”sarà ribadito l’impegno dell’Italia a contenere il deficit nel limite del 3% del Pil”.

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