L’hamburger di McDonald’s diventa amaro antidoto alla crisi

15 Feb 2013 13:32 - di Bianca Conte

Partono oggi le selezioni di McDonald’s nell’ambito del concorsone con cui l’azienda potenzia l’apertura al mercato italiano e che prevede tremila assunzioni nei prossimi tre anni da parte del colosso dei fast food: a Parma, dove sarà aperto una nuovo punto vendita dell’azienda, questa mattina si sono presentati ottocento candidati per venti posti di lavoro. Ma in totale sono novantamila gli aspiranti lavoratori che puntano a un contratto con la catena di McDonald’s in Italia, un numero destinato ad aumentare esponenzialmente. In tempi di crisi, dunque, più che risparmiare mangiando hamburger a basso costo, si tenta di sconfiggere la crisi economica e la disoccupazione giovanile passando dall’altro lato del bancone: con buona pace della Cgil che nei mesi scorsi aveva polemizzato con l’azienda americana sulla nuova strategia aziendale e promozionale. La McDonald’s, da parte sua, aveva replicato stupita dall’interessamento critico del sindacato italiano, sceso in campo non contro i tagli ai livelli occupazionali ma – incredibilmente – su posizioni critiche relative all’annuncio di migliaia di assunzioni di lavoratori. Una polemica più formale che sostanziale, che obiettava alla multinazionale della ristorazione “fast” una campagna pubblicitaria patinata, a fronte di condizioni contrattuali a detta del sindacato di sinistra decisamente meno brillanti. Sarà, ma la folla di disoccupati accorsi in massa anche questa mattina al Palaciti di Parma, sposta l’asse della discussione accademica sul piano della necessità pratica, spuntando qualunque freccia all’arco della rivendicazione sindacale teorica: il contratto previsto è di apprendistato part-time, pari ad una retribuzione di 700 euro lordi al mese, che potrebbero in futuro arrivare ad 800. Una realtà che, a giudicare dai dati stimati e annunciati dai vertici dell’azienda americana, motiverà entro la fine del mese di febbraio circa centomila aspiranti lavoratori. Cifre con cui si prova ad arginare la percentuale in crescita alla voce disoccupazione. Come a dire che, si può discutere di orari e ritmi di lavoro; su come funzionano turni, mansioni e dettaglio dei contratti, formule sindacali e condizioni retributive; pubblicizzazioni mediatiche e autopromozioni imprenditoriali, ma solo dopo essere partiti da un’assunzione. Primum vivere, deinde filosofare…

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