Berlusconi: il “modello Falcone” per la riforma della giustizia
Una riforma della giustizia come quella voluta da Giovanni Falcone: “La separazione delle carriere fra magistratura inquirente e giudicante”. Lo auspica l’ex premier Silvio Berlusconi che risponde così a una domanda in un’intervista sul Corriere Adriatico. “E poi – aggiunge – lavorare a fondo per la giustizia civile: la spaventosa lentezza delle cause civili è uno dei peggiori ostacoli allo sviluppo, è un fardello insostenibile per chi vuole fare impresa, ed è un’ottima ragione per gli stranieri per non investire in Italia”. Berlusconi parla poi del Movimento 5 Stelle: “Mi interessa pochissimo Grillo, e mi interessano moltissimo invece gli italiani che vogliono votare per Grillo. La loro è una protesta non solo legittima, ma spesso giusta”. “La politica – dice ancora l’ex premier – ha dato pessima prova di sé in Italia. Troppo spesso chi vive di politica, in tutti i partiti, ha dato prova di opportunismo e malcostume. Per questo abbiamo rinnovato profondamente le nostre liste, escludendo i politici di professione, coloro che siedono da sempre in Parlamento. Io sono sceso in politica nel 1994 proprio per cambiare le regole di una vecchia politica che non piace neppure a me. Purtroppo estirpare i vizi della classe dirigente italiana è la cosa più difficile. Ma io non rinuncio – conclude Berlusconi – e spero che la gente partecipi a questo sforzo, invece di disperdere il voto inseguendo una protesta giusta ma sterile”. Sul caso Mps l’ex premier afferma che “bisogna separare nettamente la politica dal sistema bancario. Io sono e resto un garantista, a differenza dei miei avversari, quindi non do a nessuno responsabilità non accertate. Ma lo strettissimo, solido legame fra il Monte dei Paschi e la sinistra, dal Partito comunista al Pd, è una costante della storia repubblicana”. “Un rapporto diretto, condizionante, che costringeva addirittura i dirigenti della banca a versare una parte dei loro lauti stipendi – aggiunge – al partito di Bersani. Il sistema bancario italiano nel suo insieme è solido, ma occorrono comportamenti più rigorosi e più trasparenti. E un governo così legato alle banche come il governo Monti non è quello più adatto per garantire né rigore né trasparenza”. Nell’intervista Berlusconi affronta anche altre questioni, come quella delle carceri: “Come cristiano – dice – e come persona civile considero l’attuale stato delle carceri una vergogna nazionale. In questo Pannella ha perfettamente ragione”. E ancora: “Il nostro Governo, con il ministro Alfano, aveva varato un grande piano carceri, i cui risultati, naturalmente, si vedranno solo negli anni. Per quanto riguarda l’amnistia – seguita Berlusconi – sono convinto che sarebbe una cosa buona, ma per farla servono i due terzi dei voti del Parlamento e non so se si possono raggiungere”. “Certo – osserva infine – la vita nelle carceri è disumana. Le probabili soluzioni sono: limitare la carcerazione preventiva, visto che le nostre carceri sono strapiene di persone non ancora condannate, e quindi presunte innocenti, ed estendere al massimo l’uso delle pene alternative al carcere, che dev’essere un’estrema ratio”.