La partita nelle regioni. Centrodestra in vantaggio in Lombardia, Sicilia e Veneto
È sempre più una chimera per il centrosinistra contare su una maggioranza autonoma al Senato. Il verdetto è fotografato da Renato Mannheimer nel sondaggio pubblicato oggi dal Corriere della Sera. I giochi a palazzo Madama, come si sa, sono il risultato della “battaglia” che si conduce nelle regioni. E per ora il risultato è di 3 a 2 per la coalizione guidata da Berlusconi. Veneto, Lombardia e Sicilia allo stato attuale delle cose sono nelle mani di Pdl e Lega: in queste regioni il centrodestra ha rispettivamente il 33, 9 contro il 3o% della coalizione di centrosinistra; 36,7% contro il 35,5 in Lombardia e in Sicilia il 29,6 contro il 28,6% della coalizione di Bersani. Il quale ha, però, la maggioranza in Campania e Puglia – 32,5% e 33% contro il 27,9 e 29,2 del centrodestra che insegue. Morale della favola: la maggioranza a Palazzo Madama per il centrosinistra «è tutt’altro che certa» scrive il sondaggista.
Così, a poco più di un mese dalle elezioni, il sondaggio per ciò che riguarda la Camera si assesta su un responso netto ( «la coalizione di centrosinistra ottiene in tutti i sondaggi di opinione la netta maggioranza»); mentre il gioco del risiko al Senato vede più saldo il centrodestra, che – computa Mannheimer – al netto delle percentuali fin qui rilevate, si assicurerebbe i 27 seggi in Lombardia, 14 nel Veneto e 14 in Sicilia. Le regole del porcellum parlano chiaro: se Bersani perde in Lombardia, avrebbe bisogno di “fare scopa” in tutte le altre regioni per avere la maggioranza dei seggi al Senato ( 158 su 315). Se perdesse, oltre la Lombardia, anche solo una regione tra Veneto e Sicilia, non otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi. Il divario tra le due coalizioni non è però incolmabile, spiega Mannheimer: nel Veneto, per esempio, la distanza col centrosinistra che era di 10 punti, per ora è ridotta a 4; in Campania è in vantaggio il centrosinistra ma con un divario modesto. Dunque gara apertissima, così come in Sicilia, dove la distanza è di un punto: «Molto dipenderà dalla partecipazione al voto», scrive Mannheimer. Persino in Puglia, dove il vantaggio di Bersani è più netto, di quasi 4 punti, il sondaggista non assegna certezza di vittoria.