
Svolta in Cdm
Valditara: “Arresto in flagranza per chi picchia professori e presidi. Gli educatori dei nostri figli non si toccano” (video)
La stretta necessaria dopo l'aumento delle violenze da parte dei genitori. Il ministro dell'Istruzione e del Merito ha illustrato le nuove disposizioni in conferenza stampa dopo il Cd. Ci vorrà il consenso preventivo dei genitori sulle lezioni di sessualità. Nuovo approccio alla piaga del bullismo: "Più scuola, non meno scuola"
“Dalla parte di insegnanti e presidi senza se e senza ma. “Arresto obbligatorio in flagranza di reato in ipotesi di lesioni personali a carico di docenti e dirigenti scolastici “. Giuseppe Valditara ha dato una risposta particolarmente attesa dal personale scolastico. In Cdm una parte rilevante è stata dedicata al mondo scolastico e alla tutela del personale docente che le cronache indicato come il più massacrato da aggressioni, insieme al personale sanitario. Il ministro dell’Istruzione e del merito nel corso della conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei ministri ha spiegato nel dettaglio i contenuti dei provvedimenti approvati. Ha precisato che l’arresto in flagranza “non si estende ai minori” quindi non è coinvolto dalla previsione lo studente.
Valditara: “Un educatore non si tocca”
“Si modifica altresì l’articolo 583 quater del codice penale – continua Valditara – prevedendo un aggravamento delle pene per lesioni al personale scolastico. E, in particolare, la pena per le lesioni lievi passa dalla attuale (da 6 mesi a 3 anni) alla pena da 2 a 5 anni di reclusione”. “Di tutto il personale della Pa, il personale scolastico, dopo quello sanitario, è quello più toccato dalle aggressioni”. Il ministro ha ffatto riferimento all’ aumento “impressionante” di episodi di violenza “da parte dei genitori a carico di personale scolastico”. Di qui il provvedimento che ha una filosofia precisa: “Vogliamo ispirarci al principio che un insegnante, un dirigente scolastico, un educatore non si toccano”.
Cosa cambia nell’approccio alla piaga del bullismo
Altro caposaldo: “Più scuola, non meno scuola per chi compie atteggiamenti aggressivi, bullismo, atti di violenza, danneggiamento di beni pubblici”. Il ministro ha agito sul tema delle sospensioni e ha annunciato che in caso di sospensione dai 3 ai 15 giorni scatteranno le “attività di cittadinanza solidale“. Cosa cambia, dunque? “Fino a oggi – ricorda il ministro – la sospensione fino a 15 giorni significava stare a casa: lo studente veniva abbandonato al suo destino, magari era perfino felice perché se ne stava a casa a giocare alla playstation; o se ne andava a giocare a pallone”. Invece si cambia:
“Fino a 2 giorni ci sarà più scuola: lo studente va a scuola, scrive su tematiche connesse alla cattiva condotta tenuta; si danno compiti in più, deve approfondire perché la società giudica errato un comportamento di quel tipo”. Il momento della riflessione viene quindi messo in primo piano. Dopodiché, “da 3 a 15 giorni scattano obbligatoriamente le attività di cittadinanza solidale. Gli uffici scolastici regionali dovranno individuare gli enti dove svolgere queste attività: come servire alla mensa dei poveri, lavorare in un ospedale. O, se non si individuano, banalmente, pulire i giardini della scuola”.
“Impressionante aumento di atti di violenza”
Il ministro è entrato nel merito dei casi. negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo delle aggressioni, in particolare da parte dei genitori nei confronti di insegnanti e dirigenti. Se nel 2022-23 la maggioranza degli episodi vedeva protagonisti gli studenti; dal 2023-24 la tendenza si è invertita e nel 2024-25 sono soprattutto i genitori a compiere atti di violenza. Valditara ha citato alcuni casi emblematici: a Roma, una docente è stata perseguitata e poi aggredita a bastonate dai genitori di un alunno; in Calabria, un insegnante è stato colpito con pugni da un genitore insoddisfatto delle valutazioni, finendo in ospedale con prognosi riservata; in Emilia-Romagna, un docente è stato ripetutamente preso a pugni e calci dal padre di uno studente, riportando lesioni con prognosi di 15 giorni. Il ministro avrebbe potuto proseguire. “Un educatore che lavora per i nostri figli non si tocca”.
Il consenso dei genitori per le lezioni sulla sessualità
Altri aspetti interessati dalle nuove norme sono state “le attività extra-curriculari e legate all’ampliamento dell’offerta formativa in ambito di sessualità”. Anche in questo ambito si cambia. “Si stabilisce che le scuole devono acquisire il consenso preventivo per iscritto dei genitori in base a preventive informazioni esaurienti: legate ai soggetti esterni coinvolti, al materiale didattico che verrà utilizzato; alle finalità e alle modalità di svolgimento delle attività”. E ha specificato: “Per le attività di ampliamento dell’offerta formativa, che devono svolgersi obbligatoriamente, le scuole devono fornire agli studenti un’attività formativa alternativa nel caso in cui sia stato negato il consenso da parte dei genitori”. “I soggetti esterni autorizzati (che partecipano a queste attività ndr) devono avere requisiti di professionalità scientifica e accademica. Per le scuole dell’infanzia e della primaria i temi legati alla sessualità che possono essere affrontati sono solo quelli contenuti nei programmi nazionali”.
Valditara: alleanza scuola- famiglie al centro
“L’articolo 30 della Costituzione prevede che spetta ai genitori il diritto-dovere di educare, istruire e formare i figli; la nostra Costituzione è personalista, mette al centro la persona e al suo servizio lo Stato; quindi la scuola costituzionale mette al centro la persona dello studente”. Spiega il ministro. “Con questo provvedimento, all’insegna del valore della trasparenza, vogliamo rafforzare l’alleanza tra scuola e famiglie. Vogliamo dare consapevolezza a quel patto educativo che riteniamo fondamentale, sottolineare l’importanza della libertà educativa e garantire l’autonomia scolastica”.
Tra le altre cose, “intendiamo stabilizzare l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro; e degli studenti che abbiamo due anni fa avviato in via sperimentale e rinnovato. Ora riteniamo sia arrivato il momento di renderla stabile”. Il ministro è poi tornato sulle novità già annunciate: niente più verifiche concentrate nella stessa giornata, addio ai compiti comunicati in serata per il giorno dopo. Con la nuova circolare ministeriale il sistema scolastico italiano si prepara a una svolta organizzativa che punta a migliorare la qualità della vita degli studenti, rafforzare il dialogo con le famiglie e rendere più sostenibile la quotidianità educativa.