Meloni-Schlein, duello dal palco alla platea: dalla Manovra alla Ue, le stoccate alla segretaria Pd

18 Set 2024 16:07 - di Chiara Volpi
Meloni Schlein

Elly Schlein alle prese con l’ardua impresa di porsi come nemica giurata/alternativa unica e possibile della premier Giorgia Meloni sta vivendo giorni difficili. Di più: tempi durissimi, che nel dilatarsi su temi e sfide la vedono incassare colpi e attutire la botta faticosamente. E tutto con buona pace dei giornaloni di sinistra pronti all’assist e delle interviste ritratto e delle accoglienti ospitate nel suo quartier generale di La7…

Meloni-Schlein, all’Auditorium da Confindustria le stoccate in punta di fioretto della premier

Così, solo per restare alle ultime battute – tutt’altro che da ridere – dopo estenuanti giorni passati a lanciarsi in enigmatiche ricostruzioni e apocalittiche previsioni sulla candidatura e poi sulla nomina di Raffaele Fitto in Ue, la segretaria Pd tra ultimatum e moniti ha replicato all’appello della Meloni che invitava alla compattezza le forze politiche italiane per il sostegno al candidato del governo in lizza nella commissione europea, rispondendo con un secco no. Un niet a malapena argomentato con lo slogan: «Difenderemo le priorità del Pd».

La segretaria Pd incassa a fatica: i colpi su Fitto e Manovra

Poco male, certo, visto che il vicepresidente Fitto, riconosciuto a livello internazionale per competenze e per capacità, dovrebbe comunque avere il supporto del Partito popolare europeo, maggioranza nel parlamento di Bruxelles. Manfred Weber, nel suo ultimo viaggio a Roma, ne ha lodato la professionalità e la scelta di Ursula von der Leyen conferma la stima europea di cui gode l’attuale ministro del governo italiano. Non solo. L’ufficializzazione della nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della commissione europea con delega alla Coesione e alle Riforme si presenta subito, e indiscutibilmente, come una vittoria di Giorgia Meloni.

Fitto, una vittoria di Giorgia Meloni. Altro che Italia isolata…

La premier, nonostante il “no“ al bis di Ursula von der Leyen, ha ottenuto un riconoscimento tangibile e ben visibile a tutti, da parte della stessa presidente della Commissione europea. Un risultato che disorienta (e frustra?) chi fino a ieri – a partire appunto dai partiti di opposizione – si sperticava a denunciare il rischio «isolamento» per l’Italia a causa delle posizioni assunte dalla presidente del Consiglio.

Pd in affanno, Schlein tace, Bonaccini prende tempo…

Così, inutile negarlo, il Pd e la sua capitana Elly vanno in affanno. Devono compensare. Defibrillare. Provare a tirare un sospiro che è tutt’altro di sollievo (per loro). Perché a questo punto diventa davvero difficile – per non dire paradossale – motivare il “no” a un esponente italiano. Stefano Bonaccini, volpescamente, prende tempo e anticipa che il voto dipenderà da quanto Fitto dirà durante le audizioni. Un modo dilatorio per provare a digerire quella che inevitabilmente appare come una “indigesta” vittoria di Meloni.

Meloni-Schlein, duello in sala all’Auditorium

E nel frattempo, la premier interviene all’Assemblea di Confindustria all’Auditorium Parco della Musica di Roma, subito dopo il discorso introduttivo del presidente dell’associazione industriali Emanuele Orsini, e al cospetto, tra gli altri, della segretaria del Pd Elly Schlein. Dei vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, dei presidenti di Camera e Senato Fontana e La Russa, presenti in platea. E l’asse si sposta su un altro campo di battaglia: quello più ostinatamente interno. Ed è dal palco capitolino dell’Auditorium che ospita Confindustria, e dal terreno di scontro sulla Manovra, che si consuma l’ultimo atto (almeno per ora).

Dopo Fitto, il terreno dello scontro diventa la Manovra

«Dobbiamo essere insieme soddisfatti per i risultati che abbiamo raggiunto considerando il contesto in cui abbiamo operato in questi due anni. Un quadro che avrebbe fatto tremare i polsi a chiunque, e che qualcuno aveva sperato potesse contribuire a un repentino fallimento dell’attuale governo», sottolinea con legittima soddisfazione la premier, con la Schlein in platea che incassa e deglutisce.

«L’Italia supera le difficoltà meglio di altre nazioni europee»

«Le cose sono andate diversamente: l’Italia supera le difficoltà meglio di altre nazioni europee, il merito è delle imprese e dei loro lavoratori – rivendica Meloni con orgoglio –. Non è lo Stato che crea ricchezza, che invece deve fare la sua parte». Ne consegue, il riconoscimento istituzionale alla «capacità del nostro tessuto industriale, spesso sottovalutata», che offre a Meloni la possibilità di sottolineare ironicamente – ma neanche poi troppo –:  «Fatemi dire da chi è abituato a essere sottovalutato, che arriva nella storia di tutti il momento in cui non conta più quello che si presuppone. Conta il valore che le persone hanno e quello che è, non quello che si vorrebbe». E la seconda stoccata è sferrata, e arriva in platea in punta di fioretto.

Meloni inanella i successi, Schlein incassa il colpo. Ancora…

E allora, sorvoleremo in questa sede, perché già lo abbiamo fatto in altri contenuti, sull’aumento della produttività. Sul boom dell’«emissione del nuovo BTp a 30 anni alla quale hanno partecipato oltre 400 investitori per una domanda complessiva che ha superato i 130 miliardi di euro a fronte degli 8 miliardi che offriva il Tesoro. Il valore della fiducia che viene riposta nell’Italia – osserva Meloni –. E un valore record che non si era mai registrato prima». Concludendo: «Il ritrovato appeal dei titoli pubblici è uno dei dati che mi piace di più». E vai con il terzo colpo da incassare per i dem…

«Una manovra di buon senso», e arriva il grazie di Orsini al governo

Fino alle spiegazioni su «una manovra di buon senso» che lo stesso presidente di Confindustria Orsini ha elogiato, e per cui ha ringraziato il governo. Passando per il rilancio delle riforme – «faremo quel che va fatto, nonostante molte opposizioni», e poi «decideranno gli italiani», ha sottolineato la premier all’Auditorium – perché gli obiettivi (e i traguardi) sono a portata a mano. Elly Schlein, seduta e silente, non può che ascoltare e provare a respirare. Tanto alla prossima ospitata tv tenterà di riscattarsi, nella speranza che gli elettori non sbugiardino ancora, e a suon di sondaggi, supercazzole e attendibilità delle sue teorie…

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