Sinistra marziana a lutto: la commissione Ue vira a destra. Ma l’Italia non era all’angolo?

18 Set 2024 15:37 - di Romana Fabiani

Nessun terremoto nel governo, nessun rimpasto alla porte dopo la nomina del ministro Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione Ue. Si dilegua anche l’ultima speranza delle sinistre italiane. La vittoria dell’esecutivo e dell’Italia è netta. Altro che contraccolpi e isolamento per i presunti passi falsi della premier Meloni. L’ingresso pesante di Fitto nella commissione è un riconoscimento tangibile della centralità dell’Italia nello scacchiere europeo, sottolineato non solo da Palazzo Chigi ma dalla stessa Ursula von der Leyen.

Von der Leyen certifica la centralità dell’Italia

“L’incarico a Fitto – ha detto il numero uno delle Ue – riflette l’importanza dell’Italia, che è un paese fondatore della Ue”. Colpita e affondata la sinistra marziana, che per settimane ha urlato alla luna parlando di autogol del governo, di destra all’angolo dopo il non voto dell’Italia al bis di Ursula. In quei giorni tutta la grande stampa ha fatto da grancassa alle Cassandre progressiste. Convinte che per vendetta von der Leyen non avrebbe mai nominato come stretto collaboratore un ministro del governo Meloni. “Meloni isolata”, “La von der Leyen ce la farà pagare”, “L’Italia è all’angolo”. Tutto sbagliato, tutto da rifare.

La sinistra marziana si sveglia dal sonno: la Ue vira a destra

Oggi la sinistra italiana è costretta a un bagno di realismo: la nuova dirigenza europea fotografa un innegabile spostamento a destra della rotta di Bruxelles. Un esito scontato visto la vittoria alle europee del Partito popolare, che infatti dà le carte con buona pace di socialisti, verdi e liberali. “Penso che l’Italia, non Fitto, abbia ricevuto una delega molto importante”, commenta la premier che esclude che il Pse possa prendere “una posizione diversa da quella che indica la delegazione italiana, che è la più rappresentativa”. In attesa di capire come si muoveranno i dem i grillini hanno già sentenziato il no a Fitto, confermando che l’interesse italiano viene dopo le bandierine ideologiche. Ha vinto vinto il buonsenso e ha perso la sinistra marziana. Che ancora oggi dopo la nomina di Fitto oscilla tra commenti biliosi e imbarazzanti disamine sula presunta inadeguatezza del ministro di Fratelli d’Italia.

I titoloni della grande stampa sull’isolamento italiano

Difficile l’atterraggio sulla terra per chi, all’indomani della nomina della von der Leyen a luglio, prevedeva conseguenze disastrose. Dal Domani a Repubblica fu una corsa al titolone a effetto sulla “scelta fallimentare” di Palazzo Chigi. Il Foglio commentava ironico “La Meloni è riuscita a essere irrilevante nell’Unione europea”. Il quotidiano di Molinari scriveva di “Italia in serie B”. Oggi sono costretti tutti a registrare che la commissione si è spostata a destra. Una iattura per Nicola Fratoianni che ha già annunciato il voto contrario del gruppo The Left. Anche per Angelo Bonelli è un no, Fitto non sarebbe adeguato. Riccardo Magi, il re dei marziani, vaticina un futuro difficile nei rapporti tra governo italiano e la Commissione. Ma dove vivono?

Schlein temporeggia: aspettiamo le audizioni

Elly, anche lei su un altro pianeta, aspetta gli eventi. Neppure un augurio di buon lavoro al neo commissario come suggerirebbe il galateo. Oggi dice di voler ascoltare l’audizione di Fitto con la speranza che cambi posizione rispetto alla campagna elettorale. “Il voto si esprime sulla Commissione nel suo insieme”, dice la segretaria dem alle strette. “E noi useremo tutto il nostro peso nel processo delle audizioni per assicurarci che le priorità della prossima Commissione corrispondano a quelle che abbiamo indicato a Ursula Von der Leyen”. Ma quando atterreranno?

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