Strage del Mottarone, il Gup smonta i capi di imputazione per gli indagati: esclusi i reati sulla sicurezza

23 Lug 2024 15:39 - di Redazione
tragedia

Clamorosa svolta al processo per la tragedia della funivia del Mottarone: al termine della sessione dell’udienza preliminare la Gup Rosa Maria Fornelli ha di fatto smontato l’impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Verbania, chiedendo al Pm di riformulare i capi di imputazione, escludendo ad esempio i reati relativi alla sicurezza del lavoro. Si tornerà in udienza il prossimo 12 settembre .

Il rischio è che si torni all’inizio delle indagini

Di fronte alla richiesta del Gup ora la Procura della Repubblica potrà riscrivere la formulazione dei capi di imputazione e ripresentarsi alla prossima udienza, già fissata per il 12 settembre, per sottoporla nuovamente al vaglio del giudice. Nel caso il Pm decida di non accogliere le richieste del Gup, quest’ultimo potrebbe rinviare il fascicolo alla Procura facendo tornare indietro le lancette del processo alla chiusura delle indagini.

La tragedia della funivia il 2021

L’incidente della funivia Stresa-Alpino-Mottarone è accaduto la mattina di domenica 23 maggio 2021 sulla funivia Stresa-Alpino-Mottarone, quando la fune traente dell’impianto ha ceduto, causando la caduta di una delle cabine in transito, al cui interno si trovavano quindici persone; quattordici di loro sono morte, mentre un bambino è rimasto gravemente ferito.

Verso le ore 12:30 di domenica 23 maggio 2021 la cabina numero 3 della funivia si stava apprestando a entrare nella stazione di monte in vetta al Mottarone, quando si è verificato un cedimento strutturale della fune traente. La cabina, dopo un brusco rimbalzo, è retrocessa a forte velocità, per poi sganciarsi dalla fune portante in corrispondenza di uno dei piloni del tracciato e schiantarsi al suolo, dopo una caduta di oltre 20 metri, in una zona boschiva lontana da strade carrabili, il che ha reso inizialmente difficile l’opera di soccorso.

Delle quindici persone presenti a bordo della cabina coinvolta nell’incidente, quattordici erano decedute mentre una sola era rimasta gravemente ferita. Otto vittime erano italiane, cinque israeliane e una iraniana.

Il 26 febbraio 2024 il tribunale di Verbania ha riconosciuto un risarcimento di 3 milioni di euro a Eitan Biran, il bambino di 9 anni unico sopravvissuto all’incidente alla funivia del Mottarone.

Con l’accordo fra i legali di Biran, Leitner e Ferrovie del Mottarone, la società che aveva in gestione l’impianto, si è chiusa la parte dei processi che riguarda i risarcimenti spettanti alle vittime.

Le reazioni

Il primo commento dopo le inattese conclusioni dell’udienza preliminare è quello di Vincenza Minutello, la mamma di Silvia Malnati, una delle vittime. “Mi aspettavo una fine e mi aspettavo che ci fosse un processo. La cosa più’ importante è che vadano tutti al processo: la colpa secondo me non è solo di uno, è una catena”. E aggiunge, riferendosi a Gabriele Tadini che ha confessato di avere inserito i forchettoni, “se lui ha fatto quello è perché comunque ha dovuto farlo in base alle anomalie che c’erano. Non è’ giusto che paghi solo uno”.

“Il gup ha escluso i reati dolosi e soprattutto ha messo una cesura tra reati per violazione della norma a presidio della sicurezza dei lavoratori – che ha chiamato rami secchi – e la materia della sicurezza dei trasporti che è quella su cui si dovrà sviluppare la discussione anche già dall’udienza preliminare a settembre”. Così Pasquale Pantano, avvocato difensore di Luigi Nerini, a commento delle decisioni di stamattina.

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