Chi è Vance, il vice Trump: marine, patriota, contro i matrimoni gay e l’invasione dei migranti
Donald Trump, fresco di attentato e di bagno di folla alla convention dei Repubblicani, ha scelto JD Vance come candidato alla vicepresidenza Usa, nella corsa che lo veda da ieri ufficialmente in campo contro l’uscente Joe Biden. Un profilo molto particolare, quello di Vance, che secondo la sinistra incarnerebbe una linea isolazionista mentre dal punto di vista della destra sarebbe in linea con i più viscerali sentimenti patriottici degli americani, che da ieri lo hanno adottato anche sui social come spalla ideale di Trump. Ma chi è JD Vance?
JD Vance e il sogno del patriota ex marine
Già senatore per lo Stato dell’Ohio dal 2023, ex marine ed ex manager con una laurea in legge Yale, ha 39 anni e milita tra le fazioni più dure dei conservatori: è una delle voci meno clementi con il presidente uscente Joe Biden. Trump ha sciolto la riserva durante la convention dei repubblicani a Milwaukee. “Dopo una lunga riflessione, e considerando gli straordinari talenti di molti altri, ho deciso che la persona più adatta ad assumere la carica” è Vance, ha scritto il tycoon sul suo social Truth. Se Trump vincesse la corsa alla Casa Bianca, il suo vice sarebbe tra i più giovani nella storia degli Stati Uniti.
James David Vance – nato il 2 agosto 1984 a Middletown, Ohio, da genitori di origini scozzesi e irlandesi – ha lavorato come corrispondente militare, ruolo che fa parte a tutti gli effetti dei Marines statunitensi, durante la guerra in Iraq, tra il liceo e gli studi universitari. Poi è tornato in patria, dove si è laureato all’università statale dell’Ohio in scienze politiche e filosofia – lavorando nel mentre per il senatore repubblicano Bob Schuler – e dove in seguito ha studiato legge a Yale. Lì ha incontrato la sua attuale moglie, Usha Chilukuri, con cui ha avuto tre figli. Cresciuto protestante, nel 2019 è stato battezzato con rito cattolico.
Chi è JD Vance politicamente? Il candidato alla vicepresidenza di Donald Trump ha scalato le posizioni tra i repubblicani negli ultimi mesi, grazie alla sua non secondaria abilità nel raccogliere donazioni nella Silicon Valley: è riuscito a portare a casa decine di milioni di dollari in un’area tradizionalmente legata ai Democratici, quella dell’alta tecnologia.
La sua autobiografia uscita in corrispondenza delle elezioni del 2016 – Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family and Culture in Crisis (in italiano Elegia Contadina: Memorie di una Famiglia e di una Cultura in Crisi) – raccontava dell’infanzia passata tra gli Appalachi in Kentucky e l’Ohio: è rimasto tra i libri più venduti nella lista del New York Times per mesi. «Mio nonno era un ubriacone, mia nonna gli dava da mangiare spazzatura o lo bagnava di nafta per reazione, mia mamma era drogata da psicofarmaci ed eroina, un compagno al giorno, papà presto divorziato, la povertà tradizione di famiglia». Vance parlava della sua voglia di riscatto, fermentata in una famiglia povera della classe operaia bianca.
Le posizioni su aborto e migranti
Vance è contrario all’aborto, ai matrimoni omosessuali e alle operazioni per cambiare il genere, inizialmente lontano dalla politiche di zero tolleranza sui migranti di Trump, nel tempo ci si è avvicinato sempre di più. Anche rispetto al cambiamento climatico la pensa come il tycoon: spesso ha minimizzato gli effetti negativi dovuti all’attività umana e industriale. Sull’ aborto ha sposato il bando nazionale prima di sfumare la sua posizione, ma anche sugli aiuti all’Ucraina. Capace quindi di mobilitare la base più tradizionalista. Sulle guerre, ha una posizione precisa. “Se Donald Trump vincerà le elezioni, negozierà con la Russia per porre fine al conflitto in Ucraina”, ha detto Vance in un’intervista a Fox News, precisando che “Trump ha promesso di avviare negoziati con Russia e ucraini per porre fine rapidamente a questo problema in modo che l’America possa concentrarsi sul vero problema, che è la Cina”. E a Israele ha chiesto l’immediata fine delle operazioni militari a Gaza.