Terremoto politico in Israele, si dimette il ministro Gantz: vacilla il governo Netanyahu

9 Giu 2024 20:51 - di Leo Malaspina

Terremoto politico in Israele,  nel giorno delle elezioni Europee e a tre giorni dal blitz con la liberazione degli ostaggi a Gaza. Il ministro e presidente di ‘Resilienza per Israele’ Benny Gantz ha annunciato le sue dimissioni dal governo di emergenza, sottolineando che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “ci sta impedendo di raggiungere una vera vittoria”. Il suo partito si era unito alla coalizione dopo il 7 ottobre per il bene del Paese, anche se “sapevamo che era un cattivo governo” e da allora ha visto le considerazioni strategiche messe da parte per ragioni politiche, ha spiegato Gantz.

Israele, Gantz se ne va dal governo, Netanyahu gli chiede di non mollare

Il popolo di Israele merita più di “vuote promesse”, continua, affermando che la “vera vittoria” significa il ritorno degli ostaggi, la sostituzione di Hamas come organo di governo a Gaza e la creazione di un’alleanza regionale contro l’Iran. “Sfortunatamente, Netanyahu ci impedisce di raggiungere una vera vittoria”, ha sottolineato ancora.

Annunciando le sue dimissioni dal governo, Gantz chiede al premier di fissare una data concordata per le elezioni. “Per garantire una vera vittoria – sottolinea-, è opportuno che in autunno, un anno dopo il disastro, si vada alle elezioni che alla fine stabiliranno un governo che conquisterà la fiducia del popolo e sarà in grado di affrontare le sfide. Mi rivolgo a Netanyahu: fissa una data concordata per le elezioni. Non lasciare il nostro popolo dilaniarsi”.

Dopo l’annuncio di Ganz, il primo ministro israeliano ha chiesto al leader di ‘Resilienza per Israele’ di non abbandonare il campo. “Israele è in una guerra esistenziale su più fronti”, scrive Netanyahu su X. “Benny, questo non è il momento di abbandonare il campo, questo è il momento di unire le forze“. Netanyahu promette di andare avanti fino alla vittoria e al raggiungimento di tutti gli obiettivi di guerra, “in primo luogo il rilascio degli ostaggi e l’eliminazione di Hamas”. “La mia porta rimarrà aperta a qualsiasi partito disposto a sostenere l’onere e aiutare a raggiungere la vittoria sui nostri nemici e garantire la sicurezza dei nostri cittadini”, conclude.

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