L’intervista. Gasparri: “FI strabiliante, governo unito. Renzi come Toninelli, Calenda un illuso”
Di una cosa Maurizio Gasparri è certo: “Antonio Tajani serve a noi, al governo italiano, anche se avrebbe tutti i titoli per fare il presidente della Commissione Ue. Io spero, anzi, sono convinto che resterà a servire il nostro Paese”. Il capogruppo in Senato degli azzurri ha partecipato alla campagna elettorale di Forza Italia in tutte le vesti, dall’organizzazione alla stesura dei programmi fino alla partecipazione ai comizi e alle iniziative politiche, e oggi si gode la difesa del fortino azzurro, i numeri da partito in crescita e i “respingimenti” di tutti gli avvoltoi politici che speravano di spartirsi le spoglie di Forza Italia dopo la scomparsa di Berlusconi sorvolando l’area del centro cattolico, europeista e moderato. “Respinti con perdite”, è la sintesi di Gasparri il giorno dopo il voto per le Europee, in vena di ironie e battute sugli avversari, ma anche sui sondaggisti. “Sto spedendo ai maghi delle previsioni quello che avevano scritto nelle settimane scorse, io non dimentico. Vendicativo? No, giusto, e con la memoria lunga. Ma devo dare atto che qualcuno di loro, magari con le forchette molto allargate, ci ha azzeccato. Perché la fortuna, anche nei sondaggi, conta: prima o poi si indovina a furia di fare previsioni, è un fatto statistico…”, scherza, ma non troppo.
Senatore Gasparri, sabato e domenica si è consumata una sfida contro la minaccia esterna che arrivava dal centro e da sinistra, ma anche una competizione interna con la Lega. Come esce la maggioranza di centrodestra dal voto?
“Non credo a grandi cambiamenti nel centrodestra, Fratelli d’Italia è cresciuta, noi abbiamo avuto un risultato strabiliante ma anche la Lega è andata bene. Solo che fino a qualche mese fa Forza Italia la davano per spacciata: in più le previsioni, visto che chi governa in genere viene penalizzato dal voto intermedio, non alimentavano ottimismo. Ci davano per morti e invece siamo più vivi di prima. Il governo andrà avanti, con Tajani vice premier e ministro degli Esteri, due ruoli chiave. Rimpasti? Macché, al massimo un paio di sottosegretari, magari per fare rientrare il mio amico Sgarbi, non eletto, che continua a sprecare il suo grande talento per fare politica…”.
Quali scenari prevede in Europa? Ci saranno cambiamenti nella governance politica?
“Noi siamo nel Ppe, il gruppo che darà le carte nella composizione di una maggioranza che non potrà prescindere da noi, dai liberali e spero anche dai conservatori: sui socialisti dipende dai numeri, se basteranno, gli assetti in Europa sono complicati, non possiamo escludere nessuno, a priori, neanche Salvini e Le Pen ma solo se prendono le distanze dalle frange neonaziste. E’ chiaro che in ogni caso i segnali del voto europeo, che ha premiato anche la destra estrema, non vanno sottovalutati, sono voti di protesta, come la forte astensione. Il cambio di passo a Bruxelles è necessario, il confronto tra i grandi gruppi politici deve iniziare subito”.
Si aspettava il flop degli “aspiranti scalatori” del centro, Renzi e Calenda?
“Sono due presuntuosi, anche se sinceramente pensavo che avrebbero superato il quorum. Renzi ha fatto il coniglio perché si è nascosto dietro il simbolo della Bonino, quella che aveva davvero i voti. Spero che vada a Bruxelles perché altrimenti resterebbe senatore e la sua è una presenza fastidiosa. Dopo tutto il casino che ha fatto Magi in Albania, a cui Renzi ha dato anche la solidarietà, neanche il superamento del quorum. A Renzi consiglio di non abbandonare la sua attività di conferenziere nei paesi arabi, credo che la politica non faccia più al caso suo, sembra un grillino allo sbando: è il nuovo Toninelli”.
E Calenda? Dove ha sbagliato?
“Si è illuso che i voti presi a Roma alle comunali fossero un plebiscito per lui, in realtà erano il frutto degli errori del centrodestra nella scelta del candidato Michetti: quei voti non erano suoi”.
Vannacci invece ha preso tanti voti: la scelta della Lega di candidarlo era giusta?
“Io lo definisco un candidato-propaganda, come ce ne sono stati sempre alle elezioni. Non mi pare un costruttore di politica, non so chi gli affiderebbe il suo futuro”.
E Ilaria Salis? Che senso ha la sua elezione al Parlamento europeo?
“Lei è solo l’ennesimo prodotto della ditta Fratoianni-Bonelli, specializzati in candidature estreme e boomerang, come quella di Soumahoro. Inseguono personaggi come la Salis e come Mimmo Lucano che prima erano inseguiti da altri, i poliziotti…”.