Ucraina, Zelensky sente Orban: “L’ho invitato al Summit per la Pace. Ho fiducia nell’adesione all’Ue”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato il primo ministro ungherese Viktor Orban al Summit per la Pace che si terrà in Svizzera il 15 e 16 giugno, all’indomani del G7 in Puglia. A darne notizia è stato lo stesso Zelensky, con un post su X nel quale ha riferito di una telefonata “lunga e mirata”. Il colloquio è avvenuto nel giorno in cui a Bruxelles gli ambasciatori degli Stati membri, dopo oltre un anno di discussioni, hanno trovato l’accordo di principio sull’uso a sostegno dell’Ucraina dei profitti generati dai beni russi congelati.
Zelensky: “Ho invitato Orban al Summit per la pace”
“Ho avuto una telefonata lunga e mirata con il primo ministro dell’Ungheria Viktor Orban e l’ho invitato al Summit per la Pace. La posizione dell’Ungheria è importante per noi in termini di avvicinamento alla pace e alla nostra sicurezza regionale condivisa”, ha scritto Zelensky, spiegando che “ho sottolineato l’interesse dell’Ucraina per le relazioni di buon vicinato con l’Ungheria, nonché per lo sviluppo della cooperazione nel commercio, nell’energia e nella logistica”.
“Abbiamo anche discusso dell’adesione dell’Ucraina all’Ue. Sono fiducioso”
“Abbiamo coordinato i prossimi passi per risolvere l’intera gamma di questioni bilaterali in modo reciprocamente vantaggioso. Abbiamo anche discusso dell’integrazione dell’Ucraina nell’Ue. Sono fiducioso – ha concluso Zelensky – che la rapida adesione dell’Ucraina all’Ue porterà benefici a entrambi i nostri Stati”.
L’azione diplomatica dell’Italia su Budapest
Nei mesi scorsi il tema dell’adesione dell’Ucraina all’Ue, insieme a quello degli aiuti, ha visto Orban su posizioni critiche e irrigidite. Entrambe le situazioni sono state poi sbloccate soprattutto grazie a una intensa e costante azione diplomatica dell’Italia, condotta in prima persona dal premier Giorgia Meloni. Si è arrivati così al superamento del lungo stallo su entrambi i dossier, sia con la rinuncia da parte di Budapest a dicembre al diritto di veto sui negoziati per l’adesione sia con il via libera all’unanimità al pacchetto di aiuti da 50 miliardi varato a febbraio, cui poi sono seguiti altri passi che indicano una strada, se non proprio in discesa, decisamente più spianata. Un quadro che appare confermato da quanto accaduto ieri tanto con la telefonata tra Zelensky quanto con l’accordo sull’utilizzo dei profitti dei beni russi congelati, che consentirà di destinare circa 3 miliardi l’anno a Kiev, che dovrebbero essere finalizzati per il 90% all’assistenza militare e per il restante 10% alla ricostruzione.