Elly, dacci oggi la nostra rissa quotidiana. Schlein firma contro il Jobs Act, scatta la rivolta nel Pd

6 Mag 2024 9:36 - di Leo Malaspina

Una bomba, l’ennesima, nel Pd squassato dalle incertezze sulle alleanze del campo largo e le divisioni sui temi politici, dalla guerra-pace alle posizioni su bonus, lavoro e temi etici. Stavolta Elly Schlein ci regala, a un mese dal voto per le Europee, una bella rissa sul Jobs Act, la riforma del lavoro realizzata dall’ex segretario del Pd, su cui annuncia il voto di sostegno nel referendum che sta cercando di lanciare la Cgil. E’ lei stessa a spiegare che i mal di pancia, su questo tema, nel suo partito, non mancheranno. “Ho già detto in questi giorni che molti del partito democratico firmeranno, così come altri legittimamente non lo faranno. Io mi metto tra quelli che firmeranno, non potrei far diversamente visto che era un punto qualificante della mozione con cui ho vinto le primarie l’anno scorso ed ero in piazza con la Cgil nel 2015 ed è il secondo referendum che firmo per l’articolo 18″, ha detto ieri sera Elly Schlein, a Forlì confermando la sua strategia: marcare a uomo, anzi a donna, il leader del M5S Giuseppe Conte.

L’annuncio della Schlein sul Jobs Act, la rivolta dei riformisti del Pd

I riformisti, in pochi minuti, si sono scatenati. Lorenzo Guerini  parla di un Pd che «guarda nello specchietto retrovisore», Marianna Madia: “Se proprio voleva fare questa forzatura poteva farlo prima di Conte. Rimango contraria. In molti come me”. E Simona Malpezzi: “Non firmerò e penso sia sbagliato firmare”.

Immediata la velenosissima reazione di Matteo Renzi, che invoca la “scissione” dei riformisti. “Elly Schlein firma i referendum contro il Jobs Act. La segretaria del Pd firma per abolire una legge voluta e votata dal Pd. Finalmente si fa chiarezza. Loro stanno dalla parte dei sussidi, noi dalla parte del lavoro. Amici riformisti: ma come fate a restare ancora nel Pd?”.

La segretaria ribadisce: “Noi stiamo con il sindacato…”

Lei, stamane, ha ribadito l’intenzione di andare fino in fondo. “”Noi guardiamo sempre con interesse alle iniziative del sindacato….non è una sorpresa, ho detto sempre che tanti del Pd avrebbero firmato e naturalmente anche io che già nel 2015 ero in piazza con la Cgil contro l’abolizione dell’articolo 18″, ha detto la segretaria del Partito democratico ad Rtl che, sulla decisione di firmare il referendum per l’abrogazione del Jobs act, aggiungendo: “Era un punto fondamentale della campagna che abbiamo fatto alle primarie l’anno scorso, un punto anche di ricucitura rispetto ad alcune scelte sbagliate del passato su cui evidentemente anche alcuni nostri elettori ci hanno premiato”.

Sul jobs act il Pd è frammentato? “Il Pd fa i congressi come altri non fanno… Io non vedo oggi un partito diviso e frammentato come tanti che spingono a raccontarlo e non ho visto in quest’anno in Europa un partito in grado di recuperare dopo la brutta sconfitta dell’anno scorso 6 punti percentuali nei sondaggi e assestarsi nelle elezioni, sia dove abbiamo vinto che dove abbiamo perso, spesso come primo partito”.

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