Molinari sfiduciato dai giornalisti: “Censura le notizie”. A Repubblica scoppia il bubbone Elkann
Mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari e firme ritirate per 24 ore. A Repubblica è rivolta dell’assemblea dei redattori contro la direzione, dopo che l’edizione dell’inserto economico Affari&Finanza è stata mandata al macero nella notte tra domenica e lunedì per essere sostituita con una nuova versione nella quale l’articolo di apertura sui rapporti economici tra Francia e Italia risultava rimaneggiato. Edulcorato nelle parti in cui, nella stesura originale, si sottolineava come le nostre aziende siano state per anni “terre da conquistare per le bandierine francesi”. Sullo sfondo resta la spinosissima questione di come e quanto gli interessi degli Elkann pesino sulla linea editoriale del quotidiano di cui sono editori, già al centro di forti frizioni tra direzione e corpo redazionale e di dibattito politico.
L’articolo al centro della “censura”
Nello specifico, come rivelato ieri dall’edizione online del Fatto quotidiano, a finire nel mirino di quella che l’assemblea dei redattori ha esplicitamente chiamato “censura” nel comunicato con cui ha annunciato la mobilitazione è stato l’articolo «Affari ad alta tensione sull’asse Roma-Parigi», originariamente firmato da Giovanni Pons. Nel catenaccio si leggeva: «I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche sul rapporto sbilanciato tra Italia e Francia». Nel testo era scritto, tra l’altro, che «a due anni e mezzo di distanza, quel Trattato non ha avuto seguiti importanti, forse perché otto mesi dopo la firma Draghi ha lasciato Palazzo Chigi e al suo posto è subentrata Giorgia Meloni, che guarda alla Francia con occhi assai diversi. Non solo in politica ma anche in economia, dove c’è la consapevolezza che l’Italia e le aziende italiane sono state trattate negli ultimi vent’anni come terre da conquistare con le bandierine francesi».
La nuova versione
Questa versione è stata poi sostituita con una versione firmata dal vicedirettore Walter Galbiati nella quale il titolo era diventato «Affari ad alta tensione sul fronte Roma-Parigi» e il catenaccio «I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche. Funzionano quando è il business a guidare». Per quanto riguarda il testo, poi, il passaggio già citato è diventato a due anni e mezzo di distanza, quel Trattato non ha avuto seguiti importanti, forse perché otto mesi dopo la firma Draghi ha lasciato Palazzo Chigi e al suo posto è subentrata Giorgia Meloni, che guarda alla Francia con occhi assai diversi. Non solo in politica ma anche in economia, con l’esito che l’intervento italiano non è mai stato lineare, come nel caso di Stm dove il governo ha prima dato il suo via libera alla conferma dell’amministratore delegato francese Jean Marc Chery per poi chiedere un ribilanciamento della governance, dando segnali di confusione al mercato che ha reagito negativamente al momento di incertezza». Una sostituzione di poche parole, che però modifica in maniera sostanziale la stesura iniziale.
L’assembla di Repubblica sfiducia Molinari e ritira le firme
“L’assemblea denuncia la gravità della censura del servizio di apertura di Affari& Finanza nel numero dell’8 aprile. Il direttore ha la potestà di decidere che cosa pubblicare sul giornale che dirige, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega. In questo modo viene lesa l’autonomia dei giornalisti e messo in discussione il valore del nostro lavoro”, si legge nel comunicato dell’assemblea di redazione, in cui si sottolinea anche che “quanto avvenuto è l’ultimo di una serie di errori originati dalle scelte della direzione che hanno messo in cattiva luce il lavoro collettivo di Repubblica”. “Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica dunque ritirano per 24 ore le proprie firme mortificate dall’intervento della direzione e a tutela della propria dignità professionale e indipendenza”, informa in chiusura la nota, che si era aperta con la comunicazione del fatto che “l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica ha approvato a larga maggioranza una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari”.