La chat antifascista di Giannini e Scurati è già naufragata. “A mille adesioni ci scindiamo, come il Pd…”
A parte le minacce di morte al generale Vannacci, su cui Massimo Giannini ha preso frettolosamente le distanze, i problemi della “Bella Chat” creata da Massimo Giannini, sono venuti subito al pettine, come sempre accade a sinistra, sul problema non banale: a parte urlare all’emergenza fascismo, che si fa, che si propone, chi siamo, dove andiamo? E soprattutto, il “movimento” dedicato al 25 aprile “sempre” dall’editorialista di Repubblica ha speranze di diventare un partito, con tutti i nomi eccellenti che hanno aderito al “chattone” intellettuale di Giannini? A quanto pare, l’esperimento di opposizione virtuale non ha superato la settimana. In un divertente e documentato articolo del “Fatto Quotidiano” si parla di una chat che si scioglierà nel fine settimana. Nonostante Prodi, Veltroni, Letta, Gentiloni, cantanti come Venditti e Baglioni, comici come Dario Vergassola, potenti industriali come De Benedetti e Cairo e, ovviamente, il “martire” della tv meloniana Antonio Scurati.
La chat di Giannini è diventata subito un “circo massimo…”
“Per celebrare la Liberazione, l’ex direttore della Stampa ha avuto l’avveniristica idea di riunire nella stessa conversazione centinaia di contatti–per lo più illustri– della sua rubrica telefonica…”, racconta oggi Rodano sul “Fatto“. Che ne racconta il repentino tramonto. “Era un gruppo come tanti, per farsi gli auguri, nel nome sacrosanto dell’antifascismo. Ma deraglia rapidamente. Alcuni si imboscano, osservano in silenzio o abbandonano la chat alla chetichella, altri si limitano a un cortese messaggio di auguri, molti invece promuovono un dibattito prezioso, a tratti imperdibile, sui destini della Patria: oggi come ieri bisogna rimboccarsi le mani per liberarla dal nemico nero. Il gruppo si ingrossa, vengono cooptati nuovi partecipanti, persino gente comune, si arriva alle le mille unità…”.
La prima crepa arriva con la fulminante battuta del comico genovese Dario Vergassola. All’annuncio di Giannini dalla Griber, che gli chiede se vuole fare il leader di un nuovo partito, lui risponde: “Alla chat hanno aderito in migliaia, leader politici come Prodi, Bertinotti, Letta, Renzi, D’Alema, Veltroni. Non era mai accaduto”. E Vergassola, in chat, lo fulmina: “Oltre i mille scatta in automatico la scissione, eh”.
Ma il tono dei messaggi inizia a diventare pericolosamente concreto quando qualcuno si chiede: “Ma che facciamo?”. Un sito? Un giornale? Il nuovo Gruppo 63? Un partito? Insomma, che accidenti vogliamo?”. E lì iniziano i problemi, arrivano le critiche alla sinistra di Moni Ovadia, lo scetticismo dell’economista bocconiano Roberto Perotti, l’integralismo partigiano di Nardella: “Facciamo una rete per il 25 Aprile!”. Silenzio, imbarazzo, lentamente utenti di peso abbandonano la chat sperando nel favore delle tenebre, Giannini, ex conduttore del “Circo Massimo”, nome che si adatterebbe molto meglio all’esperimento, vira sulla paginetta Fb. E inizia la caccia all’amicizia e ai “like”, obiettivo alla portata del “circo”.