Allarme in Puglia, dopo 50 anni rispunta la zanzara della malaria: quali pericoli corriamo? Esperti divisi
Dopo mezzo secolo torna in Puglia la zanzara anopheles sacharovi, capace di trasmettere la malaria. Il sito in cui è stata rilevata è nel Salento, tra Lecce e Otranto: un rinvenimento che risale a settembre del 2022 nell’ambito di un progetto di sorveglianza condotto dall’Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, Asl di Lecce e Istituto superiore di sanità. Di 11 siti analizzati, 6 sono risultati positivi alla presenza dalla zanzara anofele. Un risultato, dicono i ricercatori, che impone di potenziare la sorveglianza nel sud Italia per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia.
Bassetti: la zanzara della malaria in Puglia è il segnale che serve maggior controllo
Sul dato, di importanza rilevante, gli esperti si dividono tra chi sollecita interventi immediati e chi ridimensiona la situazione. In una c’è chi, come Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dellOspedale policlinico San Martino di Genova, sollecita a un maggior controllo e a un monitoraggio sistematico. Il fatto di avere trovato una zanzara del genere Anopheles in Puglia – ha sottolineato l’infettivologo – «non deve allarmare la popolazione perché non c’è un rischio immediato di trasmissione della malaria. Però pone problema che si inserisce in un discorso globale sulle zanzare e i cambiamenti climatici che stanno favorendo la proliferazione».
«L’Anopheles – rimarca infatti Bassetti – pone il problema della malaria per il futuro. E quello del controllo delle zanzare: spero che questa scoperta in Puglia serva a lavorare meglio su tutti i generi di zanzare attraverso larvicidi e pesticidi». E ancora. «Chi dice oggi di far crescere l’erba senza tagliarla per difendere la biodiversità, spero stia scherzando. Perché le zanzare sono vettori di Dengue. West Nile. Chikungunya. E poi, appunto, della malaria».
Andreoni: casi di malaria in Italia ci sono, ma la zanzara in Puglia non è un problema
Ma sullo studio dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e della Basilicata che ha scoperto in Puglia esemplari di zanzara della malaria dopo oltre 50 anni è intervenuto anche Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma. Il quale, affrontando il discorso con toni più rassicuranti e circoscrivendolo ai dati in possesso, ha tenuto a precisare che «in Italia vive una zanzara Anopheles labranchiae che è in grado di trasmettere la malaria».
«Ma – ha anche aggiunto subito dopo l’esperto –il fatto che in Puglia sia stata trovata l’Anopheles maculipennis ci dice che dobbiamo stare un po’ più attenti. Ma nulla di più. Quest’ultima zanzara è solo “più competente” rispetto alla prima nel trasmettere la malaria. Ma va chiarito che alcuni casi di malaria in Italia, la maggior parte di importazione, ci sono. E non hanno mai portato a focolai o situazioni endemiche. In più questa scoperta risale a due anni fa, e non mi pare sia successo nulla di drammatico. La circolazione della Anopheles maculipennis va monitorata. Ma senza allarmi».