Dalla malaria alla zika, come difendersi da zanzare e infezioni in vacanza

3 Lug 2018 17:03 - di Redazione

Sos zanzare: l’allarme parte puntaule con l’arrivo dell’estate e con loro si riaccende la spia rossa su malaria, febbre gialla, dengue, chikungunya, zika. Sono solo alcune delle principali virosi trasmesse dall’odioso insetto che possono mettere a rischio le vacanze. Per questo, la Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit) mette in guardia i viaggiatori sui pericoli e come difendersi in base ai Paesi che si intende visitare.

Malaria, zika, dengue e febbre gialla: zanzare e infezioni pericolose

E allora, si comincia con la suddivisione di cause, sintomi, terapie e prevenzione, tra le principali virosi trasmesse dalle zanzare del genere aedes (dengue, chikungunya e lo zika virus), diffuse nelle aree tropicali e subtropicali di Asia, Africa e Americhe. La malaria, patologia parassitaria trasmessa dalle zanzare del genere anopheles, è estesamente presente in Africa, in Asia e in alcune aree delle Americhe. Tali patologie, rappresentano un rischio per i viaggiatori che intendano recarsi in zona endemica. Inoltre, dal 2017 centinaia di casi di febbre gialla, presente in Africa e America Latina, sono stati riportati in aree densamente popolate del Brasile (San Paolo, Rio de Janeiro e Minas Gerais), cinque casi di importazione confermati e uno sospetto sono stati segnalati in Europa in viaggiatori europei non vaccinati, di cui uno con esito fatale. In Europa, tali patologie sono in massima parte rappresentate da casi importati di dengue, chikungunya e zika da area endemica; solo sporadicamente sono stati segnalati casi autoctoni, trasmessi da vettori locali. 

I focolai di queste patologie: ecco come difendersi

In Italia, negli ultimi anni si sono verificati due focolai con più di 200 casi di chikungunya da trasmissione autoctona: nel 2007 nella zona di Ravenna-Cervia e nel 2017 nell’area di Anzio e Roma. «Il rischio di trasmissione autoctona di queste patologie è legato alla coesistenza di due principali fattori: la presenza di soggetti infetti (viremici nel caso di Dengue, Chikungunya, Zika virus) e la circolazione di vettori competenti – sottolinea la Simit –. Sebbene al momento non sussista un elevato rischio di stabile introduzione di arbovirosi e malaria in Italia, in considerazione dell’elevata mobilità di beni e persone a livello globale, e dei cambiamenti climatici in corso, risulta di fondamentale importanza il mantenimento di un adeguato sistema di sorveglianza e monitoraggio dei potenziali vettori presenti sul territorio». Non solo: esistono efficaci misure di prevenzione per i soggetti che intendano recarsi in area endemica. Si tratta principalmente di entomoprofilassi, ovvero di misure comportamentali atte ad evitare il contatto con il vettore. Tra queste, l’impiego di barriere chimiche (repellenti, insetticidi), meccaniche (reti o zanzariere) e l’utilizzo di indumenti coprenti specialmente nelle ore di massima attività del vettore.

Febbre gialla e vaccino: le raccomandazioni dell’Oms

Per quanto concerne il rischio di febbre gialla, è inoltre disponibile il vaccino vivo attenuato, da effettuare almeno dieci giorni prima dell’arrivo in area endemica e obbligatorio per l’ingresso in alcun Paesi. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda la vaccinazione per i viaggiatori diretti nelle aree endemiche di Africa e America Latina, con particolare riferimento alle aree colpite dall’epidemia attualmente in corso in Brasile. Alcuni Paesi asiatici, pur non endemici per febbre gialla, potrebbero richiedere il vaccino se il viaggio prevede soste in aree endemiche. Il vaccino può essere eseguito presso i centri di vaccinazione internazionale in singola dose, senza necessità di richiami. In caso di soggiorno in area a rischio per malaria – sottolinea la Simit – in particolare dove fosse presente la forma più severa causata da P. falciparum (malaria terzana maligna), oltre alle succitate misure di profilassi comportamentale, sono raccomandate misure di profilassi farmacologica (chemioprofilassi), con l’impiego di principi attivi quali meflochina, atovaquone-proguanil e doxiciclina, ciascuno secondo uno specifico schema posologico.

La zanzara tigre in Italia

Va detto, infine, per quel che compete specificamente i nostri confini, che allo stato attuale le evidenze dell’esistenza sul territorio italiano di vettori competenti alla trasmissione autoctona sono piuttosto limitate. In Italia, è documentata la presenza di aedes albopictus e anopheles labranchiae. La cosiddetta “zanzara tigre” (A. albopictus), rilevata in Europa dagli anni Settanta e per la prima volta in Italia nel 1990, è stata identificata come vettore delle passate epidemie di chikungunya nel nostro Paese e di sporadici casi di dengue in altri paesi Europei.

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