Mattarella a Cassino distrutta dalle bombe degli Alleati: pietà per i morti, l’Italia costruisca ponti di dialogo
“Cassino esprime un ricordo doloroso di quanto la guerra possa essere devastante e distruttiva ma è anche un monito a non dimenticare mai le conseguenze dell’odio, del cinismo, della volontà di potenza che si manifesta nel mondo. Cassino città martire. Cassino città della pace. Questo il messaggio forte, intenso, che oggi viene da qui. È questo il traguardo a cui ambire. È questa la natura dell’Europa, la sua vocazione, la sua identità. È questa la lezione che dobbiamo tenere viva, custodire, trasmettere”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Cassino per la Cerimonia di commemorazione dell’ottantesimo anniversario della distruzione della città da parte degli alleati durante la Seconda guerra mondiale.
Mattarella: un sentimento di pietà verso i morti
A proposito delle bombe su Cassino, il presidente della Repubblica ha aggiunto: “In questa terra, avvennero scontri tra i più cruenti e devastanti. E mentre un sentimento di pietà si leva verso i morti, verso le vittime civili, non può che sorgere, al contempo, un moto di ripulsa da parte di tutte le coscienze per la distruzione di un territorio e delle sue risorse, per l’annientamento delle famiglie che lo abitavano, nel perseguimento della cieca logica della guerra, quella della riduzione al nulla del nemico, senza nessun rispetto per le vittime innocenti”.
L’Europa abbia il ruolo permanente di costruire la pace
Il capo dello Stato ha quindi citato Paolo VI il quale, vent’anni dopo i “drammatici eventi” di Cassino, “nell’inaugurare la ricostruita Abbazia, volle tributare alla figura di San Benedetto il riconoscimento di essere Patrono dell’Europa. ‘Messaggero di pace’, lo definì, ‘realizzatore di unione, maestro di civiltà’. La nuova Abbazia ha la stessa vocazione ma ambisce anche a essere prova di un’accresciuta consapevolezza degli orrori delle guerre e di come l’Europa debba assumersi un ruolo permanente nella costruzione di una pace fondata sulla dignità e sulla libertà. Ne siamo interpellati”.
Mattarella cita l’articolo 11 della Costituzione
Ha fatto quindi riferimento alle guerre in corso. “Sono mesi, ormai anni, amari quelli che stiamo attraversando – ha sottolineato Mattarella -. Contavamo che l’Europa, fondata su una promessa di pace, non dovesse più conoscere guerre. Ai confini d’Europa, invece, anzi dobbiamo dire dentro il suo spazio di vita, guerre terribili stanno spargendo altro sangue e distruggendo ogni remora posta a tutela della dignità degli esseri umani”. E ha infine citato l’articolo 11 della nostra Costituzione che contiene – ha detto – “una affermazione solenne: il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Sono le poche parole dell’art.11 che contiene le ragioni, le premesse del ruolo e delle posizioni del nostro Paese nella comunità internazionale: costruire ponti di dialogo, di collaborazione con le altre nazioni, nel rispetto di ciascun popolo”.