Svolta sovranista sul debito pubblico: raddoppiata la quota detenuta da famiglie e imprese italiane

17 Feb 2024 9:18 - di Redazione

La corsa dell’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse non hanno frenato l’attitudine al risparmio degli italiani: nel 2023 la ricchezza complessiva delle famiglie ha raggiunto il picco di 5.216 miliardi di euro, rispetto a un dato di fine 2022 pari a 5.138 miliardi di euro, e 552 miliardi in piu’ rispetto al 2019 ovvero prima della pandemia. In meno di un anno, sono quasi 80 i miliardi complessivamente accumulati, pari a un incremento dell’1,51%, che attesta un cambio di tendenza nelle scelte finanziarie, frutto di minore precauzione ma anche della modesta remunerazione sui depositi bancari.

Cresce inoltre la quantità di debito pubblico del nostro Paese in mano ai privati, sia famiglie sia imprese. Negli ultimi due anni, infatti, la quota di bot e btp detenuta dai piccoli risparmiatori e dalle aziende è più che raddoppiata e nel corso del 2023 si è assistito a una vistosa accelerazione.

E’ quanto emerge da una rilevazione della Fabi che si riferisce ai primi tre trimestri dello scorso anno. Il peso del contante che giace nei conti bancari resta pero’ ancora elevato, seppur si registra un appeal accentuato verso bond e btp che sostiene la diversificazione. Nel 2023, in particolare, la quota di risparmio detenuta sotto forma di depositi e conti correnti, passati dai 1.633 miliardi di fine 2022 ai 1.572 di settembre scorso, con circa 61 miliardi in meno, equivale a una riduzione complessiva del 3,73%. Dopo le distanze prese, nel corso degli ultimi anni, da rischi e incertezze di investimenti redditizi, i risparmiatori tornano a guardare con interesse non solo alla profittabilità degli investimenti obbligazionari, ma anche a quella più spinta del comparto azionario.

In soli nove mesi, tra azioni, titoli obbligazionari e fondi comuni le famiglie italiane hanno accumulato oltre 144 miliardi in più sotto forma risparmio, con una crescita che si aggira – rispetto al 2022 – a poco meno del 45% circa per i titoli obbligazionari, all’1,69% per i fondi comuni e all’1,35% per il comparto azionario.

“La ricchezza finanziaria delle famiglie, pari a oltre 5.000 miliardi di euro, resta un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico del Paese: equivale a due volte e mezzo il pil italiano e corrisponde a quasi il doppio rispetto al nostro debito pubblico”. A rilevarlo è il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, commentando i dati del rapporto pubblicato dalla federazione.

E’ nei primi 11 mesi dello scorso anno che, tra Btp Italia e Btp Valore, la corsa delle famiglie e delle imprese a comprare debito pubblico si è fatta più insistente: a novembre (ultimo dato disponibile, quando il debito era arrivato a 2.855 miliardi), i privati avevano il 13,5% di Bot e Btp, cioè 320 miliardi sui 2.378 miliardi totali di emissioni statali. Nello stesso biennio in esame, evidenzia l’analisi, il debito italiano nei portafogli degli investitori esteri è passato da 685 miliardi del 2021 ai 658 miliardi del 2023, con la quota calata da 30,7% al 27,3%.

 

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *