Rutelli a sorpresa: “La Meloni è un politico vero. La Schlein? Parliamo d’altro…”
E’ un Francesco Rutelli romantico e innamorato quello che si confessa oggi sulle pagine di “Repubblica“, parlando a lungo del suo matrimonio, con figli naturali e adottati, con la giornalista Barbara Palombelli, noto volto televisivo. Due nozze, non una sola. “Dopo tre anni insieme, ci siamo sposati. In Comune, in Campidoglio, con quattro familiari come invitati e un pancione di nove mesi a farci compagnia. Dopo la cerimonia andai all’Olimpico a vedere la partita. La seconda volta, nel ’95. Anche qui, zero invitati. Non abbiamo neanche una foto: avemmo problemi con la macchinetta usa e getta”.
Rutelli e la politica, da Pannella alla Meloni e alla Schlein
L’ex sindaco di Roma, che sfidò Berlusconi nel 2001 per la guida del Paese, parla con affetto del suo maestro politico, Marco Pannella: “Lui era il leader carismatico, difficilmente trattabile. Ma l’ho sempre difeso. Certo che mi ha dato fiducia. Anche se, nella mia elezione a sindaco di Roma, l’appoggio non venne da lui ma da Goffredo Bettini… Comunque, nonostante le asprezze di carattere, Marco è stato un uomo incredibile che ha aperto strade incredibili. A capo di una piccola minoranza capace di incidere sulla vita di grandi maggioranze. Il divorzio, l’aborto, sono state battaglie che gli italiani hanno appoggiato: il popolo era pronto per cambiamenti così importanti delle leggi e della società, ma ancora non lo sapeva…”. Poi arriva la domanda su Elly Schlein. E la risposta è serenamente e pacificamente devastante per la segretaria del Pd: “Le piace la Schlein? Ma non dovevamo parlare d’amore?”. No comment, un silenzio che dice molto. E Giorgia Meloni?
“È rispettabile perché è una politica pura. Vede, oggi c’è troppa gente che fa finta di fare politica, e asseconda la corrente. Credo che, a sinistra come a destra, dovrebbero soprattutto costruire squadre all’altezza. Da sindaco, ad esempio, chiamai a lavorare con noi Guido Bertolaso e Marcello Fiori perché erano bravi. I percorsi politici contavano, ma fino a un certo punto. Sono convinto, ancora di più in questi tempi molto difficili, che valorizzare persone capaci debba stare al primo posto. E devi ascoltare tutti. Pensi che, da sindaco, sono stato ad ascoltare anche Donald Trump”.
La bizzarra richiesta di Donald Trump
“Ero a New York per un incontro tra le amministrazioni delle due città. Volevamo attirare investitori internazionali a Roma, e il sindaco Giuliani ci fece incontrare, nella sua Tower, Trump, che finì per chiedermi di organizzare Miss Universo nel Colosseo”. E la risposta? “Parliamone…”. Perché ha smesso di fare politica? “Intanto, dopo tanti anni in cui sono stato eletto nelle istituzioni, è sano poter fare altro. Poi, avevo capito dove si andava a parare: che lo spazio pubblico fatto di gente in carne ed ossa sarebbe stato sostituito dalla somma di solitudini sul web, dai post a raffica, da personalismi esasperati. Anche se il vento dell’antipolitica in Italia soffiava già da un bel pezzo. Non mi scorderò mai una delle prime volte che da giovane deputato arrivai in bici a piazza Montecitorio. La scena fu esilarante, perché un signore con la macchina parcheggiò nel posto sbagliato. ‘Non può lasciare la macchina lì’, disse il vigile urbano, ‘perché qui ci sono i politici’. E quello: ‘Vabbè, non si preoccupi: io sto tranquillo, la macchina ci ha l’antifurto…’ “.