Berlusconi, Rutelli: acuto e leale. Ha prodotto Moretti e pubblicato Saviano, ma oggi se ne dimenticano

15 Giu 2023 10:16 - di Chiara Volpi
Rutelli Berlusconi

Il ricordo che Rutelli propone di Berlusconi al Corriere della sera restituisce del leader di FI l’immagine di un politico lungimirante. Di un imprenditore acuto e lungimirante. E di un uomo e di uno stratega internazionale votato all’unificazione degli alleati, e alla pacificazione delle forze in campo. Una statura, quella del padre nobile di Forza Italia, di altissimo profilo, che sulle polemiche legate all’opportunità del lutto nazionale fa dire all’ex sindaco di Roma: «Mi sembra ovvio: è stato quattro volte presidente del Consiglio. Anzi, è stata data anche una lezione di sobrietà. Berlusconi avrebbe potuto avere la camera ardente al Senato da cui era stato bandito, e invece tutto è avvenuto a Milano. E con uno stile appropriato»… Non solo. Alla domanda se da leader politico sarebbe andato al funerale, o avrebbe fatto come Conte, Rutelli replica netto: «Certamente sì, sarei andato. È sbagliato il rigetto verso un protagonista di questi 30 anni».

Berlusconi, il ricordo di Rutelli sul Corriere della sera

Uno stile e una larghezza di vedute, quelle che Rutelli rilancia stilando il ritratto a tutto tondo di Berlusconi, che intersecando i piani dell’uomo, del politico e dell’imprenditore, non può prescindere da una comprovata larghezza di vedute e da una saggezza manageriale dimostrata sul campo. Doti che il Cav ha sfoderato in anni di politica cinematografica ed editoriale. Quando, anche se oggi «nessuno lo ricorda» – rileva l’ex esponente radicale – «la casa di produzione di Berlusconi ha prodotto Bertolucci. Scola. Salvatores che vinse l’Oscar con Mediterraneo. Bianca di Nanni Moretti. E persino un film di una delle animatrici dell’antiberlusconismo: Sabina Guzzanti». Esattamente come, sempre il Cavaliere, ma in veste di editore – incalza Rutelli – «con Mondadori ha stampato Gomorra di Saviano. Insomma – sottolinea – la storia va letta per intero. Io sono stato per tutta la mia vita politica avversario di Berlusconi, e questo oggi voglio riconoscerglielo».

Rutelli su Berlusconi: anche da avversari in campo «tra noi non ci fu mai denigrazione o dossieraggio»

Berlusconi, ammette Rutelli, è stato un suo avversario, ma leale e finanche generoso riconosce l’ex sindaco. Tanto che, non a caso, a proposito della sfida alle politiche del 2001 che li vide confrontarsi, rivela: «La nostra competizione fu aspra e a 360 gradi, ma non ci fu mai denigrazione o dossieraggio. Da parte mia. Come da parte sua». Non solo, a stretto giro aggiunge anche: «Ha fatto una grande operazione. Dopo la caduta del suo primo governo, provocata da Bossi, Berlusconi è riuscito a imporre al centrodestra italiano il codice dell’unità. Così sono rimasti insieme anche quando si combattevano e, addirittura, si odiavano. Ed è stata importante anche la legittimazione della destra post missina, che ha dato un contributo positivo all’evoluzione del nostro sistema politico».

Berlusconi, il ritratto di Rutelli di un politico leale, un imprenditore lungimirante e uno stratega della unificazione

Meriti da cui il ricordo di Rutelli di Silvio Berlusconi non può prescindere. E che l’ex sindaco rilancia a fronte delle ingenerose ricostruzioni e reazioni venute da un manipolo di politici e intellettuali di sinistra nelle ore della scomparsa e dei funerali. Nel momento dell’addio a chi, comunque la si pensi, è stato innegabilmente un leader della politica e un imprenditore illuminato, che si è instancabilmente speso fino all’ultimo. E che ha dato moltissimo al Paese che amava. Un punto cardine del ritratto che Rutelli propone di Berlusconi oggi sul Corriere della sera, con una chiave di lettura inequivocabile: lealtà e apertura di vedute. Tanto che, concludendo la sua disanima, l’ex sindaco ricorda come «sul piano europeo e internazionale il Cavaliere ha nominato commissari europei Emma Bonino e Mario Monti». Inoltre «ha spinto per portare Mario Draghi alla presidenza della Bce». Concludendo: «I suoi avversari politici poco generosi lo dimenticano». Già: troppo spesso e troppo in fretta…

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