“Se il coltello non basta ho la pistola”: straniero esige di non pagare il conto e minaccia i camerieri
Stavolta il prepotente di turno non si è limitato ad alzarsi e ad andarsene prima di pagare il conto dovuto al ristorante. No, in questa inquietante vicenda che arriva da Genova – rilanciata dai media locali – l’autore delle sfregio si è spinto ben oltre la bravata: e il caso si è chiuso – per il momento – con una denuncia per tentata estorsione, resistenza e tentata evasione. Queste le accuse rivolte a un 49enne originario dell’Ecuador, arrestato nella serata di sabato 30 dicembre dagli agenti delle volanti della polizia. Reati che preannunciano cosa ha combinato lo straniero, che – come riporta il sito di Genova Today – ha prima lautamente cenato «in una pizzeria in Salita San Giovanni nella zona di Prè –. Poi, al momento di saldare il conto, ha pensato bene di sfoderare un coltello e di minacciare i camerieri del locale, intimando loro di portargli altro cibo. Poi, non ancora pago, ha estratto una pistola nascosta fino a quel momento sotto la giacca…
Genova, straniero minaccia con coltello e pistola i camerieri: non vuole pagare il conto
Ma procediamo per gradi. I passaggi che ricostruiscono la serata di aggressioni e minacce inferte dall’ 49enne di origini ecuadoriane la dicono lunga sulla violenza degli atteggiamenti. E sulla gravità delle minacce. Una veemenza che l’uomo ha persino rivolto contro i poliziotti intervenuti, che hanno risposta all’allarme lanciato da uno dei dipendenti del locale che, visto il degenerare della situazione, ha chiamato il 112. Agenti che, per riportare l’uomo alla calma e ripristinare ordine e sicurezza nella pizzeria, sono dovuti ricorrere la taser per fermarlo. Ma solo temporaneamente perché, come riferisce la cronaca di questa folle serata “movimentata” dallo straniero, l’uomo avrebbe anche cercato di scappare a un certo punto: cosa che gli è costata quindi anche l’accusa di tentata evasione.
All’arrivo degli agenti, chiamati da un cameriere, l’uomo aggredisce anche loro
Tutto comincia come se quella che sta per rivelarsi una serata di ordinaria follia urbana, fosse una sera come tante. Un uomo qualunque, entra in un locale tra i vari che quello scorcio cittadino propone. I camerieri lo invitano a prendere posto a un tavolo e lui, menù alla mano, ordina e consuma. I guai cominciano alla fine del pasto: esattamente al momento di pagare il conto. Cosa che lo straniero dichiara minacciosamente di non avere alcuna intenzione di fare. Anzi, di più: estraendo un coltello dalla giacca esorta i camerieri a servirgli altre pietanze, direttamente a titolo gratuito. E per essere più chiaro e convincente, aggiunge anche: «Se il coltello non basta, ho anche la pistola». La tensione è palpabile, e uno dei dipendenti, per quanto colto di sorpresa, decide di fare fronte alla situazione e chiama le forze dell’ordine chiedendo aiuto.
Dopo le minacce e il rifiuto di pagare il conto, lo straniero tenta anche la fuga…
Cambia l’oggetto delle minacce e dell’ira dell’uomo, ma la situazione se possibile, si fa anche più incandescente: con l’avventore a scrocco che, prima aggredisce gli agenti intervenuti. Poi tenta la fuga dai ristoratori, dagli agenti, e dalle sue responsabilità. Una volta neutralizzata la minaccia, poi, controlli e perquisizioni accertano che la pistola sventolata al personale della pizzeria a scopo intimidatorio era in realtà un’arma giocattolo. Ma sulla veemenza delle minacce e sull’attendibilità dell’aggressione c’è stato comunque poco da giocare. E infatti la cosa non gli comunque evitato l’arresto. Quanto a ristoratore e camerieri, solo il tempo potrà far sì che digeriscano il colpo incassato, e quella cena estorta a suon di minacce.