Il falco Ue Dombrovskis da Davos “avverte” l’Italia sui conti. Ma Bruxelles lo corregge
“L’Italia non è in linea con le nostre raccomandazioni’: a vergare l’avvertimento dal Forum di Davos è il vice presidente della Commissione UIe Valdis Dombrovskis, il falco di Bruxelles nelle valutazioni dei conti pubblici dei Paesi membri. Il suo giudizio, in realtà, non è altro che quello che lo stesso esecutivo europeo ha scritto nero su bianco a novembre. Ma il commissario Ue ha preferito alzare i toni, ospite di Skytg24, ribadendolo con una certa durezza. Troppa, probabilmente, in un momento in cui è la prudenza a regnare a Bruxelles.
“La posizione della Commissione sulla manovra è quella di novembre, non è cambiata”, ha aggiustato il tiro in serata un portavoce di Palazzo Berlaymont. L’intervento dell’esecutivo Ue diverse ore dopo l’intervista di Dombrovskis è servito a precisare due punti, in particolare. Innanzitutto, è stato ricordato, l’Italia non è “pienamente” in linea con le raccomandazione, che è frase meno tranchant di quella pronunciata dal commissario lettone. In secondo luogo, a novembre la Commissione non ha chiesto all’Italia manovre correttive ma ha “invitato” il governo a “tenersi pronto” ad intervenire.
La risposta del Mef a Dombrovskis: giudizio di novembre, tutto come previsto
A Dombrovskis, nel frattempo, aveva risposto anche il Mef, spiegando che non c’è nulla di nuovo nell’intervento del commissario. E ricordando la risposta di novembre del ministro Giancarlo Giorgetti: “Tutto come previsto: nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e Superbonus, andiamo avanti con sano realismo”. Una tempesta in un bicchier d’acqua, insomma. Almeno per ora. “Abbiamo chiesto all’Italia di intraprendere deviazioni e di rimettersi in linea”, sono state le (fin troppo nette) parole di Dombrovskis, che pure ha puntualizzato come eventuali procedure per deficit arriveranno solo in primavera. Dopo il 9 giugno in particolare. Ovvero dopo le Europee. Con un’appendice: con il voto ormai alle porte i vertici dell’Ue, a cominciare da Ursula von der Leyen (che entro il 21 febbraio confermerà o meno la sua sempre più probabile discesa in campo), si stanno muovendo con cautela, come in fondo è emerso anche su un altro spinosissimo dossier italiano, quello dei Balneari.
Per la Ue l’Italia è nel gruppo con Germania e Olanda
Indubbiamente, nei palazzi di Bruxelles resta tangibile una certa delusione per il no di Roma alla riforma del Mes. Un no di fronte al quale la Commissione non si rassegna. “Le discussioni continuano con l’Italia. Ovviamente spetta al Parlamento italiano decidere quali sono i prossimi passi in avanti” da compiere, “speriamo di poterli vedere quanto prima”, ha, non a caso, sottolineato Dombrovskis,”. La partita, per Bruxelles, è insomma aperta. E ovviamente aperta è la valutazione finale della manovra. Dombrovskis, in fondo, ha fotografato una criticità che esiste, certificata anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio secondo il quale il governo deve essere “pronto a usare misure per le raccomandazioni dell’Ue”.
Gasparri: “Il mandato di Dombrovskis finisce…”
L’Italia, lo scorso novembre, è stata inserita nel gruppo dei Paesi rimandati – o sotto osservazione – assieme, ad esempio a Germania, Paesi Bassi o Malta. Sono Paesi che devono essere pronti a mettere in campo correttivi adeguati. Secondo l’Ue la spesa pubblica netta dell’Italia nel 2024 aumenterà solo formalmente dello 0,9%, visto che, per effetto del superbonus, la spesa è superiore dello 0,8% rispetto a quanto raccomandato da Bruxelles. A ciò va aggiunto il dato del debito elevato e la decisione del governo – che è piaciuta all’Ue – di usare i fondi distolti dagli aiuti per il caro energia non per ridurre la spesa ma per il taglio del cuneo fiscale. Nel frattempo, a rispondere a Dombrovskis ci ha pensato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri: “Gli esami non finiscono mai, forse finisce il mandato di Dombrovskis…”.