Gatto torturato, ucciso con i petardi e usato come tiro a segno da una gang di ragazzini
Un gatto randagio è stato ucciso con i petardi e usato come tiro a segno a Morlupo, fuori Roma. Ennesima sevizia contro un animale finita con la morte: è un rosario di crudeltà efferate questo mese di gennaio. I due gatti uccisi, uno scuoiato e un altro reso cieco da un petardo. Poi il cucciolo di cane Aron legato e bruciato vivo a Palermo. Quindi, in questa settimana, un altro gatto preso a calci, gettato nella fontana gelata e lascito morire di freddo. Attrocità che tanno diventando quotidiane. Segno di una crudeltà diffusa unita a narcisismo. Non di rado le uccisioni vengono filmate e diffuse sui social, tra gli sghinazzi di sottofondo. Cosa szta accadendo nella testa delle persone? Gli psichiatri se lo stanno chiedendo oramai sempre più insistentemente.
Gatto torturato fino a che non ha esalto l’ultimo respiro
Veniamo al caso del gatto di Morlupo. Una donna che stava portando a spasso il cane in un parco pubblico ha trovato un gatto morto. Era vicino a una busta di plastica verde squagliata dal calore delle micce e piena di pelo rosso bruciacchiato. L’animale è stato usato come un tiro a segno, colpito con i petardi finché non è morto bruciato. Il gatto, racconta Il Messaggero, era randagio ma aveva una persona che si prendeva cura di lui: si chiama Loretta Marangoni, presidente dell’associazione Club amici a 4 zampe: «Abbiamo subito sporto denuncia ai Carabinieri della stazione di Castel Nuovo di Porto», racconta al quotidiano romano. «Un anno e mezzo fa lo abbiamo trovato dietro al Comune dove nelle vicinanze c’è una colonia felina. Aveva un occhio ferito, era magrissimo, lo abbiamo portato dal veterinario». Quel micio dal pelo rossastro è stato costretto a morire nel più crudele dei modi, colpito con dei petardi fino a quando non ha smesso di respirare.
Una gang di ragazzini
Il responsabile ancora non è stato trovato, ma deve essere stato animato da un brutalità disumana per essersela presa con un animale molto malconcio di suo: «Roscio era malandato, gli è stato tolto un occhio e dei denti e col tempo si era rimesso in forma- è il racconto della donna che lo aveva preso a cuore-. Stava bene ed era monitorato da mia nipote Barbara e da Alessia». La ricostruzione dei fatti secondo la donna è questa: quando il sole cala sul parco alcuni ragazzini, in gran parte minorenni, bevono e fumano. Ma fanno anche violenze sugli animali:
«Purtroppo non sono stati ancora identificati. Intanto Roscio lo abbiamo sepolto in un terreno, ora potrà vivere in pace, è andato sul ponte dell’arcobaleno. Abbiamo fatto tanti sacrifici per poi vederlo morire in modo atroce». Umanità e disumanità si intersecano in quest’altra vicenda crudele: la donna per aiutare i randagi vende i libri di fronte al supermercato per racimolare qualcosa da spendere per le cure. Poi c’è, di contro, una pluralità di balordi che infierisce senza scrupoli e freni inibitori. Il maltrattamento degli animali è un reato punibile per legge, le pene si stanno inasprendo. Si tratta di un’emergenza ormai diffusa, pericolosa. Di una deriva triste.
Carla Rocchi (Enpa): “Bisogna riconoscere la pericolosità sociale di questi individui”
Dice Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa: “Abbiamo subito attivato l’ufficio legale Enpa attraverso l’avvocato Claudia Ricci e stiamo cercando di capire se ci sono immagini di telecamere registrate nella zona. Ringrazio le volontarie delle associazioni che sono intervenute. Avevamo già lanciato un allarme sull’aumento delle violenze nei confronti degli animali da parte dei minori, sempre più spesso coinvolti in questi reati. Servono pene più severe e il riconoscimento della pericolosità sociale degli individui che compiono questi reati sugli animali”.