Femminicidio di Ornella Pinto, giustizia è fatta: ergastolo confermato per Pinotto Iacomino

17 Gen 2024 15:50 - di Marta Lima

Giustizia è fatta per Ornella Pinto, vittima di un terribile femminicidio a Napoli. Si è chiuso questa mattina il processo di secondo grado per Pinotto Iacomino, l’uomo che il 13 marzo 2021 uccise la sua ex davanti al figlio di 3 anni. La Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha confermato la sentenza di primo grado del maggio 2022, stabilendo una provvisionale in favore della sorella Stefania, tutrice del bimbo, e confermando i risarcimenti nei confronti dei familiari – costituiti parte civile – e della Fondazione Polis.

L’orribile femminicidio di Ornella Pinto, uccisa con 13 coltellate

Il femminicidio avvenne in zona San Carlo Arena, centro di Napoli. Lo scorso novembre, la Procura generale di Napoli aveva chiesto la conferma della condanna all’ergastolo anche in Appello per Iacomino, accusato di aver accoltellato a morte la docente, sua ex convivente, al culmine di una lite. Secondo la ricostruzione degli investigatori – indagini condotte dalla polizia – furono almeno 13 le coltellate sferrate da Iacomino con un coltello da cucina recuperato in una struttura ricettiva di famiglia.

La sorella Stefania: “Finalmente potrò adottare mio nipote”

“Dopo questa sentenza, potrò adottare mio nipote”. È scoppiata in lacrime, in aula, Stefania Pinto, la sorella di Ornella, tutrice del bimbo, che ora potrà chiedere l’adozione, poiché per la prima volta in Italia il papà ha perso la potestà genitoriale già in primo grado.

Assistita dagli avvocati Mino Capasso e Valeria Pessetti, Stefania Pinto si è costituita parte civile al processo nei confronti di Iacomino e sta seguendo tutto l’iter in sede civile anche per l’adozione del bambino, che oggi ha 6 anni e che fu svegliato quella tragica notte dalle urla strazianti di sua madre Ornella, accoltellata a morte dall’assassino. A Stefania è stata riconosciuta una provvisionale in qualità di tutrice del bambino. A processo, accanto alla famiglia Pinto si è costituita parte civile anche la Fondazione Polis con gli avvocati Celeste Giliberti e Gianmario Siani. “Alla fine la vera condanna è per noi e per il bambino che sto crescendo a tutti gli effetti come mio figlio”, aggiunge Stefania Pinto, che dopo l’affidamento ora chiederà formalmente l’adozione del nipote. Un iter che – caso unico in Italia – potrebbe essere accelerato, visto che Iacomino ha perso la potestà genitoriale già in primo grado.

Il drammatico racconto del femminicidio

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