Gino Cecchettin sarà ospite di Fazio e annuncia azioni legali contro gli hater. L’intero spettacolo lascia l’amaro in bocca
Gino Cecchettin, il papà di Giulia, domenica sarà ospite di Fabio Fazio. Difficile non pensare alla volontà, da parte del conduttore di Che tempo che fa, di sfruttare ancora l’enorme eco mediatica della morte di una ragazza di 22 anni, solare e dal sorriso indimenticabile.
Ma in questa brutta storia si intrecciano altri fattori, tutti umanissimi e troppo politici, provocati in parte dalla stessa famiglia di Giulia e in parte dalla tendenza ormai irreversibile a formare curve contrapposte ogni volta che un caso di cronaca valica i confini locali e attira i riflettori nazionali, magari per giorni e giorni come accaduto per Giulia.
Si pensa più alla famiglia che a Giulia
Il risultato è che la vittima, Giulia, è del tutto dimenticata. L’assassino, Filippo Turetta, pure. E le curve si concentrano nel grido “Viva il patriarcato” o “Abbasso il patriarcato”. Cominciamo dall’inizio: la sorella di Giulia, Elena, accusa la società patriarcale per la morte della sorella. E accusa lo Stato che non protegge le donne a sufficienza. E se la prende con Salvini che fa un tweet ambiguo che sembra mettere in dubbio la colpevolezza di Turetta. Diventa quindi subito una sorta di eroina sofferente del transfemminismo. Un’eroina che merita rispetto e comprensione.
Ma non lo meritano altrettanto quelli che si buttano subito sulle sue parole per accusare il governo di destra, il maschilismo della destra, la nostalgia patriarcale della destra. Si confeziona un racconto secondo il quale il governo attuale, poco attento al femminismo e anzi di esso nemico, avrebbe favorito il clima nel quale maturano i femminicidi, compreso quello di Giulia. Uno spettacolo indecente.
Il patriarcato? Una desolante speculazione
Dall’altra parte ci si poteva limitare a far notare che è difficile considerare un emblema del patriarcato un ragazzo disturbato che dorme con l’orsacchiotto. Ma nelle curve, si sa, odio e volgarità prendono il sopravvento. Così si va oltre: si accusa la sorella di Giulia di essere una satanista, la si accusa di voler seguire la parabola della sorella di Cucchi, finita in Parlamento per avere “sfruttato” la sorte tragica del fratello Stefano.
Il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, una marea umana si riversa in piazza perché si ha la giusta sensazione che la morte di Giulia abbia segnato uno spartiacque tra un prima e un dopo: tutte e tutti si sentono coinvolti. Al di là della piattaforma di Non una di meno (promotrice della manifestazione) e che la maggioranza dei partecipanti al corteo neanche ha letto. Il femminismo isterico però rovina tutto con un assalto scomposto e violento alla sede di Pro Vita e Famiglia. Il dibattito si riaccende e la povera Giulia è sempre più dimenticata.
I funerali e il discorso di Gino Cecchettin
Arriva il giorno dei funerali che vengono trasmessi in diretta dalla Rai. Il padre legge un appello ai maschi: per favore, non voltatevi dall’altra parte. Ciò che sta avvenendo vi riguarda, ci riguarda. Un discorso molto sensato e poco ideologico. Che il ministro Valditara vorrebbe far circolare nelle scuole come spunto di riflessione. Ancora polemiche. Giulia, la vittima, sempre più oscurata. Poi il papà annuncia che sta pensando di lasciare il lavoro per dedicarsi a un impegno civico. Arriva a quel punto la pugnalata social: cominciano a circolare gli screenshot di frasi molto volgari e sessiste da un account twitter che apparterrebbe a Gino Cecchettin. Si tratta di tweet che ne demoliscono l’immagine pubblica. Che restituiscono il vissuto di un signore agée che si vanta delle sue doti amatorie con un lessico da caserma. Alcuni media parlano di profilo falso. Di colpo basso al padre di Giulia. Che oggi reagisce con una nota dell’avvocato di famiglia.
Il legale: agiremo contro ogni attività denigratoria e diffamatoria
“A seguito di numerose segnalazioni giunteci da molti cittadini e apprese anche direttamente, il signor Gino Cecchettin, mio tramite, comunica che ogni attività diffamatoria e denigratoria posta in essere nei propri confronti e nei confronti della propria famiglia troverà pronta reazione a termini di legge”. Lo scrive in una nota l’avvocato Stefano Tigani, legale della famiglia di Giulia Cecchettin. “È spaventoso dover vedere simili azioni in una tragedia di queste dimensioni e nel dolore che questa famiglia sta vivendo – sottolinea – ed è pertanto doveroso, per il signor Cecchettin, assumere ogni iniziativa conseguente”.
Contestualmente, arriva l’annuncio che Cecchettin sarà ospite di Fabio Fazio. Non si può che guardare al tutto, almeno da parte delle persone più ragionevoli e meno inclini all’isteria social, con grande amarezza e con profondo rammarico. Mentre finisce nel modo più ingiusto e inaccettabile la vicenda terrena di Giulia, il suo ricordo viene sporcato da manovre, illazioni, annunci, strumentalizzazioni e retoriche che destano perplessità e che hanno assunto ormai contorni schiettamente politici. Un’occasione persa per la sinistra, che doveva astenersi da ogni speculazione per rispetto della vittima. Un’occasione persa anche per certi settori della parte opposta, perché se una donna viene massacrata, anche se la famiglia è ideologicamente orientata a sinistra, va evitata la gogna ai familiari. E non valgono giustificazioni di sorta. E c’è poco altro da aggiungere.