Fondi alla Ong Mediterranea: spunta il nome del cardinale Zuppi. Casarini: i bonifici erano tutti leciti

1 Dic 2023 10:24 - di Penelope Corrado
Casarini Zuppi

L’uomo su cui Luca Casarini e la sua Ong puntavano maggiormente era l’attuale presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi. Era lui il loro gancio con gli altri cardinali: lo scrive La Verità, attingendo alle carte della Procura di Ragusa che vede indagati Casarini e altre cinque persone per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione del codice della navigazione.

Casarini minaccia querele: i bonifici erano tutti leciti

Le relazioni pericolose tra Casarini e il Vaticano è una specia di telenovela: in prima fila don Mattia Ferrari, il cappellano di bordo della Mare Jonio, il rimorchiatore dell’associazione Mediterranea, finita sotto inchiesta.  Il pm ragusano ha chiesto il rinvio a giudizio di Casarini e degli altri e il gip si dovrà pronunciare il 6 dicembre. Una delle intercettazioni pubblicate da Panorama getta una luce sinistra sul presunto uso a fini molto personali del denaro delle donazioni. Nella ricostruzione di una dichiarazione, attribuita a Casarini, si parla di «6 mila euro di emolumenti mensili» e dell’ammissione «che ’sta roba gli ha permesso di pagare l’affitto di casa e la separazione senza andare a lavorare in un bar». «È tutto totalmente falso», replica lui. «Alcune frasi che mi vengono attribuite sono totalmente inventate», dice al Corriere l’ex tuta bianca, che è entrato anche nell’ultimo Sinodo dei Vescovi.

Zuppi era visto come il riferimento per arrivare ai fondi

Panorama e La Verità nei giorni scorsi hanno scritto di un imponente flusso di donazioni verso Mediterranea: sponsor eccellenti alcuni vescovi, tra cui appunto il presidente della Cei Matteo Zuppi e il vescovo di Palermo Corrado Lorefice. Le chat sequestrate dai militari della Guardia di finanza agli atti dell’inchiesta mostrano la corsa degli esponenti più progressisti della Chiesa a sostenere Casarini. Nelle chat pubblicate da La Verità si riporta quanto scritto dal socio di Casarini, Beppe Caccia. L’ex consigliere ed assessore comunale di Venezia afferma senza esitazioni: «Se la situazione finanziaria diventa drammatica, bisogna andare da Zuppi e Lorefice e battere cassa. Loro hanno soldi e personalmente gli arcivescovi hanno sempre una dotazione di cui dispongono liberamente. Dopo tutta la gratuita pubblicità che gli abbiamo fatto…». Casarini sul punto della «pubblicità» è d’accordo e consiglia a don Mattia: «Scrivi, così la vedono tutti, quella considerazione lì».

Erano convinti di indirizzarli e di godere credito. Intanto, dal Vaticano, emerge il disagio e l’imbarazzo di una vicenda che rappresenta un danno d’immagine non da poco. E Oltretevere più di un prelato osserva che, dopo la partecipazione di Casarini al Sinodo dei Vescovi, ormai il danno è fatto

 

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