Residenze universitarie negli immobili pubblici in disuso: il governo prepara un’altra spallata al “caro affitti”
Individuare gli immobili pubblici poco utilizzati o in disuso e trasformarli in nuove residenze universitarie per contrastare l’emergenza abitativa che riguarda molte città italiane sede di atenei. È l’obiettivo del tavolo tecnico istituito con un protocollo d’intesa tra ministero dell’Università e della ricerca e Agenzia del demanio, firmato dal ministro Anna Maria Bernini e dal direttore Alessandra dal Verme. Il tavolo avrà il compito di individuare edifici idonei a ospitare residenze per gli studenti fuori sede, favorire accordi con università ed enti territoriali, avviare la progettazione sugli immobili pubblici selezionati, attivare operazioni di due-diligence al fine di risolvere eventuali criticità e garantire la fase gestionale. Nei lavori saranno coinvolti anche i referenti della Conferenza dei rettori delle università italiane e dell’Associazione nazionale degli organismi per il diritto allo studio universitario.
Bernini: “L’obiettivo è risolvere l’emergenza alloggi in maniera strutturale”
“Il Mur, insieme a tutto il governo, ha già dato risposte importanti per fronteggiare le richieste di nuovi posti letto per gli studenti fuori sede”, ha sottolineato Bernini, ricordando che “in pochi mesi abbiamo creato 8.500 posti letto e abbiamo finanziato progetti per realizzarne ulteriori 5.400” attraverso un apposito bando. “Con la firma di questo protocollo – ha aggiunto il ministro dell’Università – mettiamo in campo un ulteriore strumento per aumentare la disponibilità residenziale e accelerarne la realizzazione. A noi preme risolvere in maniera strutturale l’emergenza alloggi ereditata dal passato, integrando il Pnrr con tutti gli strumenti utili a disposizione. Agiamo oggi – ha chiarito – per avere risultati sicuri e duraturi nel tempo”.
Come funziona il tavolo tecnico tra ministero e Agenzia del demanio
L’Agenzia del demanio sottoporrà al tavolo tecnico gli immobili da inserire nel portafoglio immobiliare, già composto da 28 beni individuati in seguito all’emanazione del decreto ministeriale di maggio in attuazione del Pnrr. L’Agenzia, sull’indirizzo del Mur, si impegna a facilitare le azioni amministrative e di sviluppo della progettazione valutando le opportunità di coordinamento tra le attività di programmazione finanziaria e di valorizzazione immobiliare. Inoltre, mette a disposizione capacità tecniche della Struttura per la progettazione, nell’ambito di accordi con enti territoriali competenti e università interessate, ricorrendo alle migliori soluzioni progettuali in tema di sostenibilità ambientale ed efficientamento energetico.
Le residenze universitarie al centro di un progetto complessivo di sviluppo
Con la rigenerazione di immobili dello Stato si potrà supportare il Mur per una risposta strutturata di lungo periodo agli obiettivi Pnrr sulle residenze universitarie e un contributo allo sviluppo del Paese in termini di rigenerazione urbana, di attrattività per i giovani, di ripopolamento di città e sedi universitarie. Su indirizzo del Mur e su proposta delle Università, in pieno accordo con la pianificazione degli enti territoriali e con gli enti del diritto allo studio, si potranno infatti realizzare poli universitari, tecnologici e di innovazione e residenze universitarie.
Dal Verme: “Le residenze universitarie formidabile strumento di rigenerazione dei centri urbani”
Alessandra dal Verme, ha rilevato che “le residenze universitarie rappresentano un formidabile strumento di rigenerazione dei centri urbani, e una grande opportunità di attrazione dei giovani riempiendo vuoti urbani creati da immobili pubblici non utilizzati”. “Le università come catalizzatore culturale e sociale, dotate di adeguate strutture di residenza per i giovani, possono dare un contributo sostanziale per lo sviluppo e la crescita, per il ripopolamento qualificato dei territori. Indispensabile lavorare anche con iniziative di partenariato pubblico-privato per gli investimenti e per la gestione sulle residenze universitarie”, ha sottolineato il direttore dell’Agenzia del Demanio.