Covid, in Austria torna la mascherina e da noi lo scontro tra esperti. Bassetti: consigliare è un conto, obbligare un altro

30 Nov 2023 14:00 - di Prisca Righetti
mascherina

Un’impennata di casi di Covid induce l’Austria a rimettere la mascherina. Così, il ministro della Sanità Johannes Rausch raccomanda l’uso delle mascherine negli ospedali. Ma anche sui mezzi di trasporto pubblici più affollati. E in una serie di post su X sottolinea che: «Dal momento che siamo nel pieno di un’ondata di contagi da coronavirus Sars-CoV-2, oltre che di influenza, è ragionevole indossare le mascherine negli ospedali. Nelle case di cura. O negli studi medici. E questo vale anche per i bus e le metro più affollati». Anche se il ministro, come riferisce Die Presse, ha chiarito che non esiste un obbligo specifico di indossare le mascherine, anche perché al momento non si registrano problemi negli ospedali in termini di ricoveri, allarmi e polemiche montano. E travalicano i confini fino ad arrivare a coinvolgere gli esperti di casa nostra.

In Austria torna la mascherina, Andreoni: «L’Italia segua l’esempio»

Sì perché nelle scorse ore, parlando con l’Adnkronos Salute, Massimo Andreoni – direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma– commentando quanto deciso in Austria, ha sostenuto che, ritrovandoci effettivamente «in un momento di grande circolazione di agenti infettivi respiratori, dall’influenza al Covid. E dato che, nei luoghi a maggior rischio, la mascherina ha dimostrato di essere un efficace sistema di protezione per i fragili, ma non solo, anche seguendo l’esempio dell’Austria, direi che è fortemente consigliato l’uso della Ffp2 soprattutto in ospedale e nelle Rsa, dove sarei anche per l’obbligo di indossarla».

Ciccozzi concorda sulla raccomandazione a indossarla

E una raccomandazione speculare arriva anche da Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma. Il quale, intervenendo nel dibattito, ha a sua volta rilanciato il tema, commentando (sempre all’Adnkronos): «Risulterà impopolare, ma oggi la mascherina risulta essenziale e la raccomanderei sui mezzi di trasporto, tutti nessuno escluso. E poi negli ospedali e nelle Rsa. Consiglio di usare la Ffp2 quando andiamo a trovare i nostri cari anziani, anche se vaccinati. Preciso però che deve essere solo e unicamente una raccomandazione, nessun obbligo», ha sottolineato l’esperto.

Bassetti, ritorno alla mascherina? «Raccomandare è una cosa, obbligare un’altra»

La prospettiva non è delle più rosee, e l’indicazione ventilata dal professor Andreoni – sottolineando peraltro contestualmente che «la mascherina non è un grosso sacrificio per gli italiani. Non stiamo parlando di reintrodurre il Green pass o l’isolamento dei positivi, ma di usare il buon senso civico –. E caldeggiata dal professor Ciccozzi, ha incontrato subito le resistenze di uno dei virologi che, dal primo istante, si è rivelato e confermato tra più attivi partecipanti al dibattito mascherina sì, mascherina no. Una discussione in corso ormai da qualche anno. Stiamo parlando del direttore direttore del Reparto di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti.

«Dire che da domani tutti devono usarla non deve più accadere»

Il quale, replicando sollecitamente alle affermazioni dei colleghi, ha innanzitutto rilevato che «raccomandare non vuol dire obbligare. Noi in Italia siamo stati obbligati a seguire troppe misure: mascherine, lockdown, Green pass. Mi sembra ragionevole oggi, in un momento in cui in Austria sta circolando il Covid, raccomandare l’uso della mascherina sui mezzi pubblici e nelle strutture sanitarie. Negli ospedali in Italia la mascherina è ancora obbligatoria se si è a contatto con i fragili. Pertanto – ha quindi obiettato Bassetti – raccomandare la mascherina in alcuni contesti di particolare affollamento può essere ragionevole. Ma dire che da domani tutti devono usarla non deve più accadere».

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