Ciriani: “Da friulano dico che i controlli al confine con la Slovenia oggi sono necessari”
“Come governo e come maggioranza abbiamo proposto un testo che non è un testo chiuso. È evidente che quando si tratta di modificare le regole del gioco e la Costituzione anche le virgole sono importanti”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento protagonista del forum dell’Adnkronos. Dalle riforme costituzionali al lavoro passando per l’immigrazione e Schengen, l’esponente di FdI ha toccato tutti i temi caldi dell’agenda politica.
Ciriani: sulle riforme siamo aperti al dialogo
Quello proposto – ha spiegato – non è il testo che avevamo in mente quando il centrodestra si è candidato. Noi avevamo in mente o il sistema semipresidenziale francese o il sistema presidenziale americano. “Poi, nel confronto all’interno della maggioranza e con le opposizioni abbiamo ritenuto di fare dei passi in avanti verso le sensibilità che ci erano state rappresentate. Cioè la tradizione parlamentare di questo paese, il ruolo del Presidente della Repubblica che è trasversalmente riconosciuto come un ruolo di garanzia super partes”.
Vogliamo garantire stabilità per 5 anni
La norma contro i ribaltoni – ha chiarito Ciriani – “rende omaggio alla tradizione parlamentare italiana. Ma rimane un’ipotesi limite. Quello che cerca di fare la maggioranza è garantire la stabilità per cinque anni. Come maggioranza avremmo fatto una scelta più radicale e più netta. Il fatto di aver scritto così la norma è anche un modo per dire alle forze politiche ‘vi abbiamo ascoltato su alcune cose, il testo non è blindato’. Però registriamo una scarsa disponibilità a ragionare nel merito”.
I controlli con la Slovenia sono necessari
Passando al tema del rischio terrorismo ha detto che i controlli alla frontiera con la Slovenia e la sospensione di Schengen dureranno quanto necessario. “Da friulano e da ex consigliere regionale conosco bene la questione del confine orientale. Lì c’è un problema di immigrazione clandestina molto serio e preoccupante che arriva dai Balcani. C’è anche il rischio che si infiltrino terroristi e cellule dormienti. Per troppo tempo – ha aggiunto – il problema della rotta balcanica è stato ignorato dalla politica nazionale”.
Superbonus, i sindacati non scioperavano
Inevitabile il tema del superbonus sul quale speculano le opposizioni. “Come ha già detto il ministro Giorgetti, se noi avessimo avuto 100 miliardi che abbiamo speso su quella misura, questa manovra l’avremmo fatta molto più ricca e espansiva. E questo lo dico anche ai sindacati che ai tempi del superbonus non facevano sciopero generale. Quando con i soldi degli operai e dei dipendenti pubblici ci si finanziava la ristrutturazione dei castelli, sei castelli in Italia”.
Manovra a emendamenti zero
Riflettori puntati anche sulla manovra. “Quando abbiamo deciso di non fare emendamenti era per indicare che è una manovra molto seria e prudente. Frutto anche di uno scenario internazionale delicato e anche molto preoccupante. E mi riferisco non solo alla guerra in Ucraina ma anche al conflitto in Medio Oriente”. Il ministro, durante il forum, ha sottolineato la volontà di dare un segnale di determinazione sui contenuti, “evitando di fare una manovra elettorale”. Emendamenti zero, però, non vuol dire che non possa essere corretta in alcune sue parti perché nessuna manovra al mondo è perfetta.
Chiuderemo il decreto fiscale entro Natale
“Il decreto fiscale che accompagna la manovra – continua Ciriani – speriamo di poterlo approvare tra fine mese e inizio dicembre in Senato. Vorremo chiudere la finanziaria alla Camera entro il 15-20 di dicembre. Anche sul salario minimo lo sforzo è stato massimo. “La discussione in Parlamento poi si è ‘trasferita’ al Cnel, che ha dato un parere a larga maggioranza conforme a quello che aveva il governo”.
I contratti collettivi sono la strada maestra
La strada maestra – spiega l’esponente di FdI – sono i contratti collettivi. Dobbiamo coprire quella parte fortunatamente molto minoritaria di lavoratori che non hanno contratto”. Su questo tema, però, “i sindacati si devono dare una mossa anche con la parte datoriale. Il nodo del salario minimo – premette – Ciriani “lo abbiamo ereditato dopo 11 anni di governo di centrosinistra. C’era già prima. Il rischio è di avere un effetto paradossale sulle paghe dei dipendenti, rischia paradossalmente di abbassarne lo stipendio”.