Tunisi, Saied si spazientisce ma l’Ue insiste: non è chiaro il suo messaggio, forse vuole alzare la posta
Le “macchine per decifrare” e interpretare le parole di lunedì sera del presidente tunisino Kais Saied, che ha rifiutato quella che ha definito “l’elemosina” da parte dell’Ue, “sono al lavoro”. Ma, a quanto si capisce, il vero significato è che “avrebbe preferito una prima tranche di assistenza” finanziaria “leggermente più alta” dei 127 milioni di euro annunciati dalla Commissione Europea. Lo spiega un alto funzionario Ue, in vista dell’Epc e del Consiglio Europeo informale che si terranno giovedì e venerdì prossimi a Granada, in Andalusia, nella Spagna meridionale.
Fonti di Bruxelles: lavoriamo per attuare il memorandum con Tunisi
Quello che Saied ha detto, secondo un’altra fonte Ue, “non è ancora chiaro. Abbiamo visto articoli, ma non trascrizioni delle sue parole. Non possiamo dire, a questo punto, che la strategia” dell’Ue nei confronti della Tunisia “non funziona o che il MoU è problematico”, anche se effettivamente c’è stata “qualche discussione sul modo in cui è stato concordato e firmato”. Adesso, però, “dobbiamo vederlo attuato e si sta lavorando per attuarlo. Se ci sono lacune, vedremo cosa si può fare: non si può dire che sia un fallimento”.
FdI: le sinistre europee hanno boicottato in tutti i modi l’accordo
“Quel che sta accadendo in queste ore con la Tunisia – dicono il capodelegazione di Fdi al Parlamento Europeo (gruppo Ecr) Carlo Fidanza e l’eurodeputato di FdI Vincenzo Sofo – è la conseguenza di settimane nelle quali le sinistre europee hanno lavorato alacremente per boicottare l’avvio dell’accordo di cooperazione stipulato con Tunisi”.
“Era evidente infatti – continuano – che fare pressione sulla Commissione Europea per cambiare i termini degli accordi, o organizzare missioni parlamentari a puro scopo provocatorio nei confronti del Governo tunisino, avrebbe creato in quest’ultimo dubbi sulla tenuta di questo accordo di cooperazione, alimentando il nervosismo e consentendo ad altre potenze a noi concorrenti di inserirsi nei negoziati per disturbarli. L’Europa deve capire che la stessa Tunisia è vittima di ondate migratorie che ne stanno minando la tenuta economica e sociale e dubitiamo che il popolo tunisino abbia voglia di immolarsi per l’Ue”.
L’accordo è essenziale per la stabilità del Mediterraneo
“Serve dunque, a nostro avviso – continuano – uno sforzo da parte dell’Ue per trovare una formula che soddisfi le necessità di entrambi gli interlocutori e rendere operativo un accordo fondamentale per la stabilità del Mediterraneo. D’altronde, se oggi ci troviamo a dover negoziare la tutela della nostra sicurezza con Paesi extra-europei, è perché le sinistre in questi anni hanno impedito l’attuazione di una politica comunitaria di difesa delle frontiere e ora dobbiamo fare i conti con le conseguenze di questa politica scellerata”.