L’opposizione si unisce contro la manovra ma litiga anche in Umbria sull’inciucio con Bandecchi

17 Ott 2023 19:46 - di Monica Pucci

Litigano, e di brutto, praticamente ovunque, mentre a livello nazionale parlano di “campo largo” e fronte anti-Meloni. Oggi è il giorno dell’Umbria velenosa, per M5s, Pd e Sinistra italiana. L’epicentro della rissa è Terni, dove c’è un sindaco, Stefano Bandecchi, imprenditore di successo e presidente della Ternana, che ha un sacco di voti e che fa gola al Pd, al punto da far ipotizzare un possibile accordo politico tra Alternativa Popolare e il Partito Democratico per uno scambio tra la presidenza della società di gestione del Servizio idrico integrato e la presidenza della Provincia di Terni.  Il fronte grilllo-rosso, oggi, è partito alla carica contro il Pd, colpevole di possibili “corna” politiche. Nelle stesse ore in cui, a Roma, i vari leader, Schlein, Conte, Fratoianni e company, annunciavano una dura opposizione comune alla manovra economica del governo Meloni. Uniti, sulla carta, spaccati sul campo: la solita storia…

Opposizione spaccata anche su Bandecchi

“Il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra hanno deciso di sospendere ogni trattativa per le prossime elezioni regionali e provinciali in Umbria con il Partito Democratico fino a che non sarà fatta assoluta chiarezza su ipotetici accordi con il partito di Stefano Bandecchi. Resta la discrezionalità che i gruppi territoriali, comune per comune, vorranno utilizzare in merito alla regolare prosecuzione dei percorsi in essere per le elezioni amministrative 2024″, comunicano, in una nota, Thomas De Luca, coordinatore regionale Umbria M5S, e i portavoce Avs per l’Umbria Elisabetta Piccolotti e Gianfranco Mascia. E qui si scoprono le carte sugli “inciuci” sull’acqua…

“Sono sempre più frequenti – aggiungono – le indiscrezioni che annunciano un accordo politico tra Alternativa Popolare e il Partito Democratico al fine di concedere la presidenza della società di gestione del Servizio Idrico Integrato in cambio della presidenza della Provincia di Terni. Noi del Movimento 5 Stelle e di Avs non siamo in alcun modo disponibili ad assistere ad un gioco di poltrone che non ha nulla a che vedere con gli interessi dei cittadini”. “Il Partito Democratico umbro ci deve dire – sottolineano – se intende costruire una proposta politica credibile e inclusiva, per consegnare ai cittadini umbri la possibilità di una scelta diversa rispetto al secondo mandato della Tesei, oppure vuole giocare a improbabili geometrie politiche con il centro-ultradestra di Stefano Bandecchi. Questa seconda ipotesi, per quanto ci riguarda, rappresenterebbe una nuova frontiera politica a cui sarebbe necessario opporre un’alternativa davvero progressista”.

L’appello a non compiere operazioni autodistruttive

Il fronte grillo-rosso minaccia ripercussioni anche a livello nazionale. “Intendiamo chiarire in maniera inequivocabile che, se questo dovesse avvenire, sarebbe assolutamente senza l’avallo del M5S e di Avs – continuano De Luca, Piccolotti e Mascia – Coloro che in questo momento giocheranno un ruolo decisivo per scendere a patti con Alternativa Popolare, mortificando le istituzioni, non saranno più nostri interlocutori. Si fermino prima di compiere azioni distruttive del lavoro di confronto proficuo che stiamo portando avanti nel solo interesse dell’Umbria”. “Per quanto ci riguarda chi oggi lavora ad accordi con Alternativa Popolare si sta assumendo una responsabilità enorme che non riguarda solo i confini della propria competenza amministrativa e non potrà partecipare alla costruzione di una coalizione alternativa a quella delle destre per l’Umbria. È davvero difficile credere che la segreteria nazionale del Partito Democratico possa avallare un accordo tra esponenti con cariche politiche del suo partito e Stefano Bandecchi. Una notizia che avrà sicuramente rilevanza ben oltre la nostra regione”, concludono.

L’opposizione si ricompatta solo in Parlamento

Una controproposta in 3 punti comuni “da sviluppare in vista dell’iter della legge di Bilancio” è stata annunciata al termine di una riunione al Senato delle forze politiche di opposizione: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, +Europa, Azione, Alleanza Verdi Sinistra, Partito Socialista. Un tavolo per “una valutazione delle misure annunciate dal Governo per la sanità nella Legge di bilancio”. Ne sono scaturiti “punti comuni” da sviluppare in vista dell’iter della manovra. Il primo è “fermare l’emorragia del definanziamento dei fabbisogni sanitari. Scendere dal 7,1% della spesa sanitaria in rapporto al Pil del 2021 al 6,4% del 2024 significa sottrarre al Servizio sanitario circa 18 miliardi di euro. Questa deriva spingerà sempre di più i cittadini verso il privato, oppure verso la rinuncia alle cure. Intendiamo quindi proporre in prima battuta un investimento sanitario minimo mai inferiore al 7% in rapporto al Pil, da raggiungere in un lasso di tempo ragionevolmente breve”.

Il secondo riguarda il “potenziamento del personale. Limitarsi a prevedere solo incentivi al personale già a lavoro, seppure necessari, non è sufficiente a potenziare a dovere la nostra sanità. Per questo vogliamo il superamento definitivo del tetto di spesa per le assunzioni di personale attualmente vigente”. Infine il capitolo liste di attesa: si chiede al governo di “promuovere una reale azione di contrasto” a questa emergenza.

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