Corruzione per l’affidamento alle Regioni dei test Covid: chiusa l’inchiesta di Roma che coinvolge otto persone
Una presunta corruzione messa in atto per lucrare sugli affidamenti alle Regioni dei test molecolari per il Covid. La Procura di Roma ha chiuso le indagini di un’inchiesta che vede indagate 8 persone tra cui un avvocato, Luca Di Donna, e Paolo Narciso, ex vice capo di Gabinetto del ministero della Funzione Pubblica al tempo del governo Draghi. Di Donna in particolare è indagato per il ruolo di ‘’mediatore’’ che secondo la Procura avrebbe avuto, tra luglio 2020 e giugno 2021, nella fornitura alle Regioni dei test molecolari per il Covid.
Obiettivo del ‘patto’, secondo i pm Gennaro Varone e Fabrizio Tucci, era quello di “avere informazioni riservate e privilegiate sulla procedura di gara o sui fabbisogni delle Regioni a cui erano destinati i test molecolari, garantire l’intervento favorevole dei componenti della struttura commissariale e intervenire sulle Regioni affinché sollecitassero gli ordinativi o comunque a evitare che le Regioni non procedessero con gare autonome su base regionale’’. La “mediazione illecita’’ secondo gli inquirenti, sarebbe stata “mascherata con due contratti di consulenza’’. Nelle carte si parla di affidamenti per oltre 3 milioni di euro per i quali gli indagati “si facevano promettere e consegnare somme di denaro quale remunerazione indebita della loro mediazione illecita’’.
Quanto poi a Narciso, secondo l’accusa l’allora vicecapo di Gabinetto del ministro della Funzione pubblica, avrebbe contattato Di Donna, “convocandolo al ministero” dove “metteva a disposizione le sue funzioni, promettendogli e offrendogli incarichi pubblici da parte del Dipartimento della Funzione pubblica, sollecitando quale corrispettivo l’intervento dell’avvocato, legale e manageriale’’ di una società, “per concludere un accordo stragiudiziale transattivo e chiudere i contenziosi civili pendenti’’.