Tasse giù, stipendi su: dal 2024 si prevedono aumenti in busta paga tra i 70 e i 120 euro
Il governo vuole rafforzare il sostegno alle famiglie più povere: nel 2024 le buste paga più basse potrebbero aumentare di una cifra che va da 67 a 120 euro a seconda del reddito. Il condizionale, per ora, è d’obbligo perché le misure definitive arriveranno solo con la Manovra di bilancio 2024 che va approvata entro il 31 dicembre 2023. L’esecutivo punta ad accrescere i redditi più bassi tramite due interventi: la conferma del taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro, la riduzione degli scaglioni Irpef da 4 a 3, accorpando le prime due fasce.
Nella manovra tagli alle aliquote per ingrossare le buste paga
Secondo le previsioni, la Manovra varrà circa 30 miliardi di euro, con un deficit di 14 miliardi. Le priorità sono il taglio del cuneo fiscale, il sostegno alla natalità e porre le basi per la riforma fiscale, fortemente voluta dal governo Meloni. Sono previste anche risorse per la sanità e il rinnovo dei contratti scaduti nel pubblico impiego. Sulla base delle dichiarazioni del governo e della NADEF, la Fondazione nazionale dei commercialisti previsto quanto potrebbe aumentare l’importo delle buste paga più basse nel 2024. La prima misura non è una novità, ma una conferma necessaria per aiutare le famiglie nel contrasto al caro-vita. Infatti, il taglio del cuneo fiscale introdotto dalla prima Manovra Meloni-Giorgetti scade a fine dicembre 2023, ma il rinnovo di questa misura è un’assoluta priorità del governo a due mesi dall’approvazione della Legge di bilancio.
Sette punti per i redditi fino a 25mila euro
Se la misura attualmente in vigore venisse confermata in toto, il taglio sarebbe di 7 punti per i redditi fino a 25mila euro e di 6 punti per quelli fino a 35mila euro. In sostanza, verrebbero confermate le buste paga che questi redditi stanno percependo da luglio scorso. L’impatto sui redditi, invece, potrebbe cambiare molto se venisse introdotta la nuova Irpef a tre scaglioni, come nelle intenzioni del governo che, dopo la riduzione degli scaglioni Irpef da 5 a 4 apportata dal governo Draghi, vorrebbe ridurre gli scaglioni da 4 a 3. La riduzione dovrebbe avvenire accorpando i primi due scaglioni Irpef sotto l’aliquota più bassa.
Il cuneo fiscale tagliato in aiuto delle fasce deboli
Se la misura troverà conferma nella Manovra 2024, i redditi tra 15.000 e 28.000 euro non verranno più tassati al 25%, bensì al 23% come già accade per i redditi fino a 15.000. In sostanza, per questa fascia di reddito, verrebbe confermato il taglio del cuneo fiscale già in essere, senza ulteriori modifiche, mentre le cose cambierebbero oltre questa soglia. Se nel primo scaglione (fino a 15mila euro di reddito) il beneficio deriverebbe solo dal minor cuneo fiscale, già in essere e pari a 67 euro in più in busta paga, i conti dovrebbero cambiare per chi guadagna 20mila euro, dove entrerebbe in gioco anche la nuova Irpef: i 77 euro di beneficio derivanti dal taglio del cuneo, salirebbero così a 84 euro mensili.
I benefici oltre i 100 euro
Per i redditi fino ai 25mila euro, invece, l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef farebbe aumentare il beneficio mensile da 96 euro a 112 euro. Allo stesso livello arriverebbe anche per chi guadagna 30mila euro, ma in questo caso con un incremento di 22 euro rispetto ai 90 euro di beneficio portati dal solo taglio del cuneo. Per chi guadagna 35mila euro lordi all’anno, il mix delle due misure porterebbe il beneficio mensile da 99 euro a 120 euro. Oltre questa soglia di reddito, non opera invece il taglio del cuneo e, secondo le stime della Fondazione nazionale dei commercialisti, la nuova Irpef darebbe un beneficio di 22 euro mensili.
Nel comunicato stampa dopo il Consiglio dei Ministri del 27 settembre che approva la NADEF si legge che: “La NADEF predisposta dal Governo tiene in considerazione la complessa situazione economica internazionale, l’impatto della politica monetaria restrittiva, con l’aumento dei tassi d’interesse, e le conseguenze della guerra in Ucraina. Il quadro di finanza pubblica riflette un’impostazione prudente, con una revisione delle stime di crescita per il 2023-2024 a causa del rallentamento dell’economia in corso. Tale rallentamento e l’andamento dell’inflazione richiedono tuttavia una politica di sostegno ai redditi reali delle famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi. Anche grazie alla conferma del taglio del cuneo fiscale sul lavoro, la pressione fiscale per il 2024 è prevista in riduzione. Resta in ogni caso confermato l’obiettivo di ridurre la pressione fiscale in maniera più decisa nel corso della legislatura”.
Il Nadef e la notifica all’Europa
Tracciato il percorso, la strada per l’approvazione della Legge di bilancio resta ancora lunga. Come prima cosa le Camere dovranno approvare la NADEF e autorizzare lo scostamento di bilancio da 14 miliardi pari al 4,3% del deficit per il 2024. Per questa votazione servirà la maggioranza assoluta. Poi, il governo dovrà notificare a Eurogruppo e Commissione europea il Documento programmatico di bilancio (Dpb) entro il 15 ottobre. Nessuna indiscrezione, per ora, da Bruxelles dove si ricorda solo che “L’Italia, come ogni altro Stato membro, dovrà sottomettere la bozza del documento programmatico di bilancio entro il 15 ottobre: valuteremo poi se questi piani rispettano i requisiti e pubblicheremo la nostra opinione”.
Dopo il parere delle istituzioni Ue, il governo presenterà il disegno di Legge di bilancio al Parlamento entro il 20 ottobre. La Manovra va approvata entro il 31 dicembre 2023. Infine, l’esecutivo avrà un mese di tempo (fine gennaio 2024) per presentare eventuali disegni di legge utili alla Manovra. Si entra dunque nelle settimane decisive per i redditi di milioni di famiglie italiane.