Meloni a Budapest: “Puntiamo a rimanere in carica per lunghi anni”. E con Orban parla di futuro
In Ungheria per partecipare al Budapest Demographic Summit, Giorgia Meloni ha avuto un incontro bilaterale con il premier Viktor Orban, che ha confermato le “eccellenti relazioni” che esistono tra Roma e Budapest e la condivisione dei leader delle questioni cruciali per l’Europa e non solo, dall’Ucraina alle migrazioni, fino al tema della famiglia e della natalità affrontato nel corso del Summit. L’incontro, preceduto da un pranzo al quale ha partecipato anche la presidente Katalina Novak, ha inoltre accreditato l’Italia come partner di primo piano di Budapest in vista del semestre di presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue, che si aprirà nella seconda metà del 2024.
Meloni a Budapest: “L’obiettivo del governo è rimanere in carica per lunghi anni”
“I due leader si sono impegnati ad una stretta collaborazione tra i rispettivi governi in vista della presidenza ungherese del Consiglio dell’Unione europea nel secondo semestre del 2024″, ha spiegato una nota di Palazzo Chigi, riferendo del bilaterale. Meloni e Orban, dunque, guardano oltre l’oggi e lo fanno sapere. Del resto, Meloni lo ha detto chiaramente nel suo intervento al Summit, avvenuto nel corso del panel “Family is the key to security”, lo stesso di Orban e Novak, oltre che del presidente della Bulgaria Rumen Radev e del vicepresidente della Tanzania Philip Isdor Mpango: “Obiettivo del governo è rimanere in carica per lunghi anni, che è una cosa rara in Italia”, ha detto il premier, citando proprio il governo Orban come modello di stabilità.
Orban: “In questi anni difficili successe anche cose buone, come la vittoria di Meloni in Italia”
Quando è stato il suo turno, il premier ungherese ha sottolineato che negli ultimi anni “è successo di tutto e di più. Siamo all’ombra di una guerra, ma sono successe anche cose buone: Meloni e la destra italiana hanno vinto le elezioni in Italia, è fantastico. Dobbiamo riconoscere che qui a Budapest mai ci saremmo aspettati che ci sarebbe stato un governo italiano patriota, filo-famiglia e cristiano. Complimenti Meloni”.
Meloni: “Il declino della popolazione non è il nostro destino”
Non un mero scambio di cordialità, ma la conferma che sulle grandi sfide che interrogano l’Europa e questo tempo sia Meloni sia Orban sono consapevoli della necessità di una visione chiara, non demagogica e non prevaricata dal mainstream. “Anni fa ho detto ‘sono donna, sono madre e sono cristiana’ e per questo sono stata attaccata, ma a chi mi ha attaccato è andata male”, ha detto il premier italiano nel suo intervento, ribadendo che “il declino della popolazione non è il nostro destino” e che la battaglia a difesa della famiglia è centrale, perché difendere la famiglia significa non solo difendere la crescita dei Paesi, ma anche “difendere Dio, la nostra identità e tutto quello che ha contribuito a costruire la nostra civiltà”.
La sinistra italiana continua a “farsi del male”
Parole che hanno fatto strepitare la sinistra, nell’ennesimo insensato, e per certi versi autolesionista, tentativo di mostrificazione. “Giorgia Meloni ha ripetuto oggi che vuole difendere Dio, Famiglia e patria. Difendere Dio da cosa? L’Italia non è la repubblica islamica degli ayatollah, né un regime teocratico. L’Italia è uno stato laico”, ha commentato Angelo Bonelli dei Verdi, travisando completamente il messaggio del premier. E, ancora, la trita manfrina per cui se si parla di difesa della famiglia è perché si vuole colpire le famiglie arcobaleno, “in piano stile Orban”, ha sentenziato Zan.
Meloni abbraccia Orban, lui ricambia con un baciamano
“Il futuro dell’Europa sta nella famiglia, e cito Meloni quando disse che è importante che un bambino abbia una madre e un padre”, ha detto Orban nel suo di intervento. Il presidente del consiglio lo aveva salutato al suo arrivo con un abbraccio, Orban ha ricambiato con un baciamano quando l’ha accolta per il bilaterale, durante il quale hanno anche ribadito i concetti già espressi al Summit: l’importanza del valore della famiglia anche in considerazione della sfida demografica che l’Europa deve affrontare.
I contenuti del bilaterale
I due leader, quindi, hanno nuovamente condannato l’aggressione russa all’Ucraina e auspicato una pace giusta, ricordando il sostegno fornito finora a Kiev e sottolineando l’importanza di mantenere la forte unità degli Stati membri dell’Ue in un sostegno ampio e multidimensionale al Paese. Un focus particolare, poi, è stato dedicato al tema delle migrazioni: Meloni e Orban hanno ribadito la necessità di agire con rapidità e con determinazione, nei confronti di una sfida che è comune per l’Ue e che richiede una risposta collettiva. I due leader, ha informato ancora Palazzo Chigi, “hanno ribadito la necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze, soprattutto attraverso un deciso sostegno politico ed economico ai Paesi di origine e di transito dei migranti, un maggiore impegno nella lotta alle reti di trafficanti di esseri umani ed un’efficace politica di rimpatrio per coloro che non hanno diritto di rimanere in Europa. Dovrebbero essere attuati anche meccanismi di condizionalità per garantire la cooperazione dei Paesi di origine”.