“Compagni, avete rotto con ‘sto fascismo”. Il libro di Capezzone è già un caso e lui ne parla col Duce così (video)
“E basta con ‘sto fascismo, cari compagni ci avete rotto“. Si intitola così il nuovo libro di Daniele Capezzone destinato a diventare un best seller. Edito da Piemme, il pamphlet del direttore editoriale di Libero è uscito oggi. E si trova già tra i primi dieci libri più venduti su Amazon. Esattamente al settimo posto della classifica generale ma soprattutto primo nella saggistica.
Sulla scia del libro scandalo del generale Vannacci, Capezzone ha osato dire ciò che tutti pensano ma che nessuno ha il coraggio di mettere nero su bianco in modo esplicito e diretto. E cioè che l’uso strumentale del fascismo da parte della sinistra per dividere il mondo tra buoni e cattivi ha spazientito tutti. Ed è, soprattutto, uno dei principali motivi per i quali la gente non sopporta più le lagne del fronte progressista. I suoi allarmi infondati. La sua tendenza a fare dell’avversario un mostro. La propensione ad accusare di fascismo chiunque non si collochi nel perimetro della sinistra vecchia e nuova.
Capezzone ha scelto di presentare il suo libro dialogando con lo stesso Mussolini. Con davanti una testa del Duce, troneggiante sulla scrivania, il giornalista e saggista in un video gli si rivolge con queste parole: “Duce io non sono dei vostri, sono antifascista e anticomunista in nome della libertà. Ma trovo insopportabile che 78 anni dopo la sua morte qualcuno provi a bollare come fascista e mussoliniano gli avversari politici attribuendo a lei responsabilità che lei non può avere 78 anni dopo la sua morte. Oggi caro Duce c’è una dittatura soft, una gabbia più morbida, si chiama politicamente corretto ed è un tentativo di dire che tizio non può parlare, caio è meglio metterlo da parte, vogliono imporre una ferrea omogeneità. Contro tutto questo ho scritto un libro. A lei non sarebbe piaciuto ma non piacerà neanche a loro, è un inno alla libertà di pensiero“.