Addio a Franco Migliacci, poeta pop da Modugno a Morandi. La sua vita raccontata in “Che sarà” (video)

15 Set 2023 12:56 - di Penelope Corrado
Franco Migliacci

Era molto più di un paroliere Franco Migliacci, morto oggi a 92 anni in una clinica romana. Era uno dei mostri sacri della musica leggera, un poeta del pentagramma che gli italiani hanno cantato almeno una volta nella vita. A cominciare dal suo brano più celebre nel mondo, “Nel blu dipinto di blu” portato a Sanremo da Domenico Modugno e diventato una sorta di inno nazionale.

A dare la notizia della morte su X, il giornalista e conduttore televisivo Clemente Mimun: «Franco Migliacci, paroliere di alcune tra le più belle canzoni italiane (tra cui Nel blu dipinto di blu’), produttore discografico, editore musicale e talent scout, si è spento a 92 anni in una clinica romana. Accanto a lui, fino alla fine, la sua famiglia».

Ma la produzione artistica di Migliacci ha in carnato in realtà la storia della musica leggera. Nato a Mantova, ma trasferito da bambino con la famiglia a Cortona, della città toscana portava la proverbiale e pungente ironia. E a quei luoghi era rimasto tanto affezionato da dedicargli il testo del brano che sentiva più suo. “Che sarà”, interpretato da Jimmy Fontana, Josè Feliciano e i Ricchi e Poveri. “Paese mio che stai sulla collina, disteso come un vecchio addormentato”, era appunto la sua Cortona. Cittadina nella quale risiede tuttora un altro big della musica leggera, Lorenzo Cherubini, Jovanotti nato a Roma, ma di famiglia originaria appunto di Cortona.

Franco Migliacci nasce come illustratore per l’infanzia

Nato a Mantova nel 1930 Migliacci studiò a Firenze dove il padre, Maresciallo della Guardia di Finanza, venne trasferito nel 1934. Ma le insistenze dei genitori nel fargli studiare ragioneria non ebbero, per fortuna degli appassionati di musica, alcun successo: il giovane Franco scoprì infatti presto che la sua vera passione è l’arte in tutte le sue espressioni, dalla letteratura allo spettacolo, dalla musica al figurativo.

Non tutti forse sanno che, come riporta la biografia del suo sito online, all’inizio della sua carriera fu illustratore, e disegnò storie per i giornali per bambini: ‘Bambola’ e ‘Lupettino’ diretti da Nino Capriati, ‘Il Pioniere’ diretto da Gianni Rodari. Durante i provini del film ‘Carica eroica’ conosce Domenico Modugno, e i due diventano amici inseparabili.

L’amicizia con Domenico Modugno

Per Migliacci è un’amicizia preziosa perché Domenico, detto Mimmo, gode già di un notevole successo di pubblico e di critica. Dalla loro collaborazione personale e artistica nasce, nel 1957, la celeberrima ‘Nel blu dipinto di blu’ (Volare), diventata inno e simbolo dell’Italia nel mondo. Nel 1960 comincia a collaborare con altri artisti. Scrive tra gli altri per Mina, Milva, Fred Bongusto, Rita Pavone e Patty Pravo.

Ma i successi più grandi arrivano con Gianni Morandi, per il quale scrive canzoni come ‘Andavo a cento all’ora’, ‘Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte’, ‘In ginocchio da te’ e ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’.

Negli anni Ottanta scrive per Eduardo De Crescenzo i testi dei suoi primi due album e del celebre brano ‘Ancora‘, e produce, portandolo al successo, Scialpi con ‘Rocking Rolling‘ e ‘Pregherei‘. Negli anni Novanta collabora alla realizzazione dell’album ‘T’Appartengo’ di Ambra Angiolini, grande successo della generazione di quegli anni. Il suo eclettismo musicale lo porta a firmare anche sigle di cartoni animati come ‘Daltanious’, ‘Heidi’, ‘Le nuove avventure di Lupin III’ e Mazinga’.

 

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