A 10 anni da finto suicidio e fuga chiama la famiglia. La figlia: come se avesse scordato un compleanno…
Orami la storia di Adamo Guerra la conoscono tutti: è quella del 57enne di Lugo (Ravenna) che nel 2013 ha finto il suicidio ed è scappato a Patrasso, in Grecia. Dietro di sé, però, ha lasciato una lunga scia di sconcerto, dolore e polemiche che oggi tornano a punteggiare un racconto che continua a suscitare indignazione e sgomento. L’ultima notizia, allora – che si aggiunge agli aggiornamenti giudiziari sul caso, che vedono la vicenda della scomparsa/fuga approdare in tribunale il prossimo gennaio – riguarda il suo primo tentativo di contattare la famiglia dopo anni di misteriosa assenza…
Marito scomparso dopo il finto suicidio e fuggito in Grecia: l’uomo contatta la famiglia
Sì, perché come riferisce il Tgcom24, dopo che il caso è esploso in tv nella trasmissione della Sciarelli, Chi l’ha visto?. E dopo che la bufera si è scatenato su giornali e social. Ma, soprattutto, dopo anni di silenzio, e nel pieno della bufera di denunce, giustificazioni, dubbi e accuse incrociate, l’uomo avrebbe fatto il fatidico passo: ha parlato al telefono con le figlie. Una conversazione “fredda”, l’ha definita una delle due ragazze, abbandonate da piccole e oggi una giovane donna, che si scalda quando alla cornetta interviene la ex moglie, chiedendogli conto delle tre lettere d’addio che l’uomo ha lasciato prima di sparire, in cui minacciava di voler compiere un gesto estremo.
Il commento della figlia: una telefonata fredda, ha chiesto scusa come se avesse dimenticato un compleanno…
Una telefonata, insomma, che per quanto attesa non sembra aver fatto emergere nessun accenno riparatore. Anzi, le una delle due figlie di Adamo Guerra, come riporta il sito citato, ha commentato dicendo: «Continuava a dire “sì hai ragione, ho sbagliato”… Come se io stessi raccontando che ho dimenticato il tuo compleanno, non che ho abbandonato una moglie e due figli», la madre della ragazza ha anche aggiunto le sue recriminazioni sui modi di quell’addio, improvviso quanto inaspettato, comunicato all’ultimo istante paventando l’ombra di intenzioni suicidiarie: «Potevi andare via, nessuno ti avrebbe costretto a restare», ha amaramente osservato la donna rivolgendosi all’ex coniuge durante la telefonata.
E sul finto suicidio la moglie gli dice: «Potevi andare via, nessuno ti avrebbe costretto a restare»
Nel frattempo, mentre il verdetto privato sembra già assodato (almeno per il momento), per il pronunciamento della giustizia Guerra dovrà attendere ancora. La vicenda nel gennaio del 2024 approderà in Tribunale a Ravenna, quando il 57enne dovrà rispondere di violazione degli obblighi di assistenza familiare. Ossia, dovrà spiegare, in modo giuridicamente convincente, perché ha abbandonato il domicilio domestico. Si è sottratto ai doveri morali e pratici che le responsabilità genitoriali e coniugali comportano, facendo mancare i mezzi alla moglie Raffaella Borghi e alle due figlie.
Intanto la vicenda a gennaio approda in tribunale
Tutte motivazioni alla base della citazione a giudizio della Procura ravennate, che è la conseguenza del fascicolo nato dalla denuncia che Raffaella Borghi fece a settembre 2016 ai carabinieri di Imola (Bologna) sull’ex marito scomparso. Un tassello importante nelle ricostruzione del mosaico sulla scomparsa dell’uomo di cui la Borghi avrebbe rintracciato proprio con quella querela, le orme che portavano in Grecia. Ora, per quel mancato sostentamento familiare – e per tutto quello che ha significato la sua scomparsa – Adamo Guerra è chiamato a rendere conto a ex moglie e figlie che, scrive sempre il Tgcom 24, intanto «hanno manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile». Quelle del perdono “personale” e dei sentimenti in campo, poi, sarà tutta un’altra storia…