Oncologo chiedeva soldi ai malati di tumore per accelerare le terapie: è il terzo primario arrestato a Bari
Aveva appena intascato i soldi da un paziente: con l’accusa di concussione è finito in manette, a Bari, Vito Lorusso, primario di Oncologia dell’Irccs di Bari. Il primario, 67 anni, stando a quanto reso noto dalla Procura di Bari, mercoledì «è stato sorpreso all’interno dello studio medico al primo piano del presidio ospedaliero, subito dopo aver ricevuto una somma di denaro da parte di un paziente oncologico, presente nella struttura, per una visita di controllo che il Servizio sanitario nazionale garantisce gratuitamente». Le modalità concussive sarebbero stata «già riscontrate in altri episodi precedentemente accertati». L’indagine è stata svolta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali.
Inchiesta nata dalla denuncia di un parente di un paziente defunto
A far scattare l’indagine e il successivo arresto in flagranza del primario e chirurgo oncologo dell’Irccs Giovanni Paolo II del capoluogo pugliese, è stata la querela sporta dal parente di un paziente defunto.
Poco prima di essere arrestato Lorusso ha detto al paziente: «Dove si fa la coda…io cerco di evitarti ovviamente tutti quei…quelle rotture». La condotta illecita, spiega ancora la Procura, è stata «rilevata dalle telecamere e osservata prima dell’arresto», ed è la stessa di quella «riscontrata pressoché quotidianamente a partire dall’inizio dell’attività tecnica confermando ampiamente quanto indicato nella querela». Le indagini hanno accertato anche che il medico «ha percepito indebitamente somme di denaro sia nell’ambito delle prestazioni rese durante la sua attività di servizio pubblico (vedi percorso follow up) che in quelle di intramoenia, al di fuori di ogni contabilizzazione presso il cup». Attualmente il medico è detenuto nel carcere di Bari, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.
Il dg della Asl di Bari: “Siamo sgomenti e indignati, non faremo sconti”
L’inchiesta che ha portato al suo arresto, sostenuta da intercettazioni telefoniche e ambientali, è stata coordinata dalla pm della Procura di Bari Chiara Giordano. L’indagine è partita dopo la querela di un paziente oncologico (poi deceduto), che aveva denunciato tutte le condotte del medico poi riscontrate nel corso dell’attività di indagine.
In merito all’accaduto il direttore generale Alessandro Delle Donne commenta: «Avendo appreso della vicenda dalla stampa, aspettiamo eventuali notifiche dalle forze dell’ordine. Siamo sgomenti e indignati e, qualora i fatti fossero confermati, non faremo sconti a nessuno».
A Bari è il terzo caso sconvolgente di un primario arrestato
Nessun commento, per ora, dall’Ordine dei medici di Bari il cui presidente, Filippo Anelli è anche presidente della Federazione nazionale dei medici. Proprio nel capoluogo pugliese fece scalpore la vicenda dell’oncologo Giuseppe Rizzi, 68 anni, che prendeva soldi dai malati terminali. Aveva prestato servizio nell’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari. È già stato condannato a nove anni di reclusione per aver truffato diversi pazienti senza speranze, promettendo loro “cure miracolose”. Sempre a Bari, c’è voluta un’inchiesta delle Iene per smascherare Giovanni Miniello, attualmente sotto processo, ginecologo di fama internazionale che costringeva le pazienti ad avere rapporti sessuali con il pretesto di “curarle”.