Omicidio Scieri, condannati a 26 e 18 anni i due ex caporali della Folgore. Il fratello del parà in lacrime

13 Lug 2023 18:29 - di Prisca Righetti
Sentenza Scieri

Quando oggi pomeriggio il presidente della Corte di Assise di Pisa, Beatrice Dani, pronuncia la sentenza che condanna a 26 anni di reclusione Alessandro Panella e a 18 anni Luigi Zabara, entrambi ex caporali della Folgore, Isabella Guarino, mamma di Emanuele Scieri – trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999, tre giorni dopo il decesso –. E il fratello, Francesco, si abbandonano al pianto. Un pianto liberatorio, che al dolore mescola la commozione per un verdetto che, riferiscono, «dà fiducia nella giustizia». «Non c’è nessuna gioia e nessuno esulta, perché Emanuele è morto», dicono i familiari affidando le loro parole agli avvocati Ivan Albo e Alessandra Furnari, legali di parte civile. Ma almeno, sottolinea la Furnari all’Adnkronos, «la sentenza di condanna ci soddisfa pienamente e dimostra che non è mai troppo tardi per cercare la verità».

Emanuele Scieri morto in caserma: condannati a 26 e 18 anni di reclusione i due ex caporali della Folgore

Ribadendo ancora una volta: «L’impegno costante e instancabile della famiglia di Emanuele – sempre sostenuta dagli amici – per reclamare la verità. E poi delle istituzioni, ha dato i suoi frutti… E alla fine ha ottenuto quella giustizia che cercava e che per lungo tempo è stata loro negata». Una verità asseverata alla conclusione del primo grado del processo per l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi dell’allievo paracadutista ventiseienne Emanuele Scieri, arrivata 24 anni dopo la morte del paracadutista ventiseienne Emanuele Scieri. E culminata in una sentenza che condanna a 26 anni di reclusione Alessandro Panella. E a 18 anni Luigi Zabara. Una sentenza letta alla presenza del solo imputato Zabara, con Panella assente.

La madre e il fratello del paracadutista morto si abbandonano a un pianto liberatorio

Prima di ritirarsi in camera di consiglio per emettere il verdetto, la Corte questa mattina ha ascoltato come testimoni tre donne che erano già state interrogate nel 1999 nel corso delle indagini dopo l’omicidio. La Corte, inoltre, ha accolto la richiesta di risarcimento del danno da liquidare in separata sede civile alla famiglia Scieri. I giudici hanno riconosciuto il ministero della Difesa responsabile in solido con i due condannati. E allo stesso tempo al ministero è stato riconosciuto un danno cagionato da Panella e Zabara. Il caso Scieri era stato riaperto nel 2017 dalla Procura pisana guidata allora dal procuratore capo Alessandro Crini. Lo scorso 3 marzo Crini, da poche settimane in pensione, durante la requisitoria aveva chiesto 24 anni per Panella e 21 per Zabara.

Morte di Emanuele Scieri: la ricostruzione della Procura degli avvenimenti di quel terribile 13 agosto 1999

Secondo la ricostruzione della Procura, i due imputati, con il terzo commilitone Andrea Antico (assolto con rito abbreviato in primo grado, è pendente l’appello), la sera del 13 agosto del 1999, dopo averlo fatto spogliare e dopo averlo picchiato, avrebbero obbligato Emanuele Scieri a salire sulla torre di asciugatura dei paracadute. E poi avrebbero fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Di qui la caduta a terra della recluta, con i caporali che fuggono lasciandolo agonizzante al suolo, procurandogli così la morte. Da qui la contestazione di omicidio volontario, perché l’omicidio preterintenzionale si è prescritto nell’agosto 2017. Secondo le perizie, il giovane morì dopo qualche ora di agonia. Mentre un soccorso immediato avrebbe potuto salvarlo…

L’ex procuratore Crini: «Vedere la commozione del fratello di Scieri alla lettura della sentenza ha dato un senso al nostro lavoro»

Una ricostruzione, quella della procura, che difesa degli imputati ha sempre contestato, sostenendo l’estraneità dei loro assistiti. Dunque oggi, i due imputati, che si sono sempre dichiarati innocenti, tramite i loro avvocati hanno fatto sapere che faranno ricorso contro la sentenza di condanna. Nel frattempo, però, nella requisitoria il procuratore Crini e il sostituto procuratore Sisto Restuccia hanno ricostruito anche il clima di nonnismo dell’epoca. E hanno chiamato in causa le responsabilità dei dirigenti della caserma, che avrebbero coperto il fatto. Non solo. Proprio oggi, l’ex procuratore capo di Pisa Alessandro Crini – in pensione da metà aprile, poco dopo aver svolto la requisitoria al processo – parlando con l’Adnkronos ha aggiunto: «Vedere la commozione del fratello di Scieri alla lettura della sentenza, ha dato un senso al nostro lavoro»…

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