Delitto Carol Maltesi: “la vittima era disinibita”. Il giudice: avrei usato le stesse parole anche per una suora

14 Lug 2023 9:32 - di Luisa Perri
Carol Maltesi

Davide Fontana si sarebbe «reso conto che la giovane e disinibita Carol Maltesi si era in qualche misura servita di lui per meglio perseguire i propri interessi personali e professionali e lo avesse usato» e «ciò ha scatenato l’azione omicida» che ha portato a uccidere e a fare a pezzi l’attrice hard l’11 gennaio 2022. «Se questo è stato il motivo-movente dell’omicidio» non può «essere ritenuto abietto o futile in senso tecnico-giuridico». Con queste parole la Corte d’assise di Busto Arsizio, ha escluso per il 44enne di Rescaldina l’aggravante dei motivi abietti o futili nell’omicidio di Carol Maltesi, nota nel mondo hard come Charlotte Angie, per il quale è stato condannato a 30 anni.

Delitto Maltesi: parla il giudice Fazio

Motivazioni che hanno sollevato un vespaio di polemiche. Giuseppe Fazio, presidente della Corte d’assise di Busto Arsizio, intervistato dal Corriere della Sera, si difende. «Stereotipi di genere? Vittimizzazione secondaria? Sono allibito, è il contrario di quello che abbiamo scritto nelle motivazioni. Ora capisco come si poteva sentire un pediatra ai tempi di Erode».

“Non ho mancato di rispetto a nessuno”

«Sono convinto di non aver mancato di rispetto a nessuno, e non sarebbe stato diverso se la ragazza avesse fatto la suora anziché l’attrice. Se non si capisce ciò che abbiamo scritto, è senz’altro un problema mio: ma anche chi legittimamente critica le motivazioni dovrebbe prima leggerle nella loro concatenazione su concetti giuridici che hanno significato diverso rispetto alla Treccani», afferma. «Non è che ogni processo per un grave delitto debba finire con un ergastolo. Qui abbiano fissato la pena base nel massimo dell’omicidio semplice, 24 anni; e aggiunto il massimo della pena per lo scempio del cadavere, 7 anni più 3 di continuazione. Fanno 34 anni, ma il tetto massimo di legge è 30. Però faccia fare a me ora una domanda: con quale spirito tra pochi giorni la mia Corte d’Assise affronterà un altro processo per un fatto altrettanto cruento? Il giudice non è qui apposta per valutare le circostanze? Se no, ci dicano che possono fare a meno del giudice. E, al suo posto, metterci un juke-box», aggiunge.

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